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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Aspetta per mesi un puntatore oculare: muore 'nel silenzio' malato di Sla

Andrea Melone, 41enne romano, ha lasciato la sua famiglia due giorni fa. Il padre aveva chiesto alla Regione Lazio un macchinario che gli avrebbe permesso di esprimersi. Ma non è mai arrivato

Il dito indice ed il suono di un campanellino. Erano queste le uniche cose che riuscivano a fargli dire, al mondo intero, " io sono ancora qua". Un suono silenzioso ed incomprensibile per tutti. Tranne che per il cuore di mamma, papà e tutti quelli che non hanno mai smesso di stargli vicino. Ha lottato finchè ha potuto, finchè è riuscito a muovere quel maledetto campanello. L'ultimo rumore dal suo letto due giorni fa: il suo personale saluto alla famiglia. Poi Andrea è morto.

A raccontare la triste storia di Andrea Melone è suo padre, Leandro Rambelli. Andrea, 41enne romano, scopre di essere malato di Sla tre anni fa. Da allora l'incubo: un 'omaccione' di un metro e novanta costretto in un letto da una malattia che non gli ha lasciato scelta. Contro la quale sembra impossibile vincere. Lui, però, non molla. Fino ad ottobre riesce almeno ad esprimersi, a far capire ai suoi quando ha fame e sete. O quando vuole semplicemente un po' di compagnia.

"A ottobre ho iniziato la procedura per ottenere il puntatore oculare - racconta papà Leandro a Laura Bogliolo del Messaggero - Il policlinico Umberto I ha inviato la richiesta alle strutture preposte dalla Regione a fare le verifiche e stanziare i fondi per il dispositivo. Infine, la rischiesta all'ospedale San Filippo Neri, struttura accreditata all'acquisto dell'apparecchio". 

A dicembre, però, l'amara sorpresa. Dall'ospedale capitolino rispondono che "non hanno fondi per comprare il puntatore oculare". Quei diecimila euro per 'ridare la parola' ad Andrea non ci sono. Il 31 gennaio, la Regione emette una delibera per lo stanziamento dei fondi ma quei soldi, nove milioni di euro, non è chiaro come vadano gestiti. Troppo tempo. Andrea due giorni fa ha lasciato la sua famiglia. E "oggi che mio figlio è morto, quel supporto ancora non è arrivato", dice amaro Leandro.

Quello che fa più male a papà Leandro è che non ha potuto dirgli nemmeno ciao. Nonostante le abbia tentate tutte per ottenere un macchinario che avrebbe permesso a suo figlio di farsi capire. Il puntatore oculare non avrebbe permesso ad Andrea di vivere di più. Ma gli avrebbe dato la dignità di salutare per l'ultima volta chi per tre anni non si è mai mosso dal suo letto.  

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