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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Muore dopo trapianto al San Camillo: il cuore era malato, ma l'ospedale smentisce

L'uomo è stato operato al San Camillo di Roma ma l'organo del donatore è partito da Milano, dall'ospedale San Raffaele dove è stato eseguito l'espianto

A lungo aveva atteso quella telefonata che doveva segnare un nuovo inizio per la sua vita. E, invece, due giorni dopo essere uscito dalla sala operatoria la sua vita si è interrotta per sempre. 

Un uomo di 60 anni, cardiopatico, è morto dopo il trapianto di un cuore - con ogni probabilità malato - arrivato dall’ospedale San Raffaele di Milano e impiantato al San Camillo di Roma. 

Uomo muore dopo il trapianto di un cuore malato

La magistratura ha già aperto un’inchiesta - al momento contro ignoti affidata alla procura di Milano - per fare chiarezza su tutti gli aspetti che hanno portato alla tragedia. 

La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin - ai microfoni della trasmissione “Circo Massimo” su Radio Capital - ha annunciato "immediate procedure di controllo e verifica. Si tratta di una notizia gravissima, singolare per un sistema come quello italiano".

"Con il Centro nazionale trapianti - ha precisato la ministra - abbiamo procedure di massima sicurezza fra le migliori al mondo. Mi sembra uno di quegli errori tragici, ma anche inaccettabili. Vedremo se ci sono state delle falle e agiremo di conseguenza".

Morto dopo trapianto: cuore arrivato dal San Raffaele

Il paziente dal quale è stato espiantato l’organo, stando ai primi accertamenti, è un 50enne morto dopo un malore in una piscina della città meneghina. I medici, nonostante l’arresto cardiaco, erano riusciti a far ripartire il battito, ma non avevano potuto far nulla per salvare la vita all’uomo, che in vita aveva dato il consenso per la donazione degli organi. A quel punto, il cuore era stato trasportato in elicottero a Roma ed era stato trapiantato al sessantenne. Due giorni dopo, il dramma. 

La replica del San Camillo

"Il trapianto è avvenuto su un paziente particolarmente critico e particolarmente compromesso, un paziente 61enne che era già stato operato al cuore, un paziente diabetico, un paziente che era stato tante volte ricoverato in ospedale per scompenso cardiaco grave". A dirlo il direttore della Cardiochirurgia e del Centro Regionale Trapianti di Cuore dell'Ospedale San Camillo di Roma, Francesco Musumeci, nel corso di una conferenza stampa organizzata oggi a Roma in merito alla morte di un uomo di 60 anni avvenuta a seguito di un trapianto di cuore. "Il paziente- ha aggiunto- ha avuto bisogno anche di macchine per aiutare la funzione del cuore e mantenerlo in condizione stabili e ha avuto impiantato anche un defibrillatore. Questo per dare l'idea della criticità del paziente".

"La valutazione dei medici del San Raffaele" sul cuore donato e impiantato "è stata fatta sugli esami", l'organo "e' stato valutato visivamente" ed è stato stabilito che era "perfettamente funzionante. All'aspetto visivo non aveva alcuna anomalia che potesse far dubitare sul funzionamento". Per questo motivo "è assolutamente falso quello che è stato scritto sui giornali". A dirlo il direttore della Cardiochirurgia e del Centro Regionale Trapianti di Cuore dell'Ospedale San Camillo di Roma, Francesco Musumeci, nel corso di una conferenza stampa organizzata oggi a Roma in merito alla morte di un uomo di 60 anni avvenuta a seguito di un trapianto di cuore.

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