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Cronaca Via di Valle Cupella

La villa esplosa a Ciampino era confiscata: caccia ai complici di Nicandro Casamonica

Continuano le indagini dei carabinieri per chiudere il cerchio sulla morte del 26enne. Fra il gruppo anche alcune donne

Era stata confiscata la villa di Ciampino distrutta da una esplosione in cui ha trovato la morte Nicandro Casamonica. La tragedia nel pomeriggio di domenica scorsa quando vigili del fuoco e carabinieri hanno trovato l'immobile posto tra via Carpi e via di Valle Cupella distrutto da una deflagrazione ed il corpo privo di vita del 26enne nel giardino dell'abitazione. Una "vendetta d'onore", che il giovane avrebbe organizzato assieme ad un gruppo di persone, presumibilmente parenti, ai quali i carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo e Frascati stanno cercando di dare con esattezza un nome ed un volto. 

QUESTIONE D'ONORE - Secondo quanto ricostruito dai militari coordinati dal capitano Emanuele Tamorri che indagano per far piena luce sulla morte di Nicandro Casamonica, il giovane avrebbe voluto dare fuoco alla casa di Raffaele Casamonica per riscattare l'onore della sorella Concetta, fuggita la notte prima con Romolo, figlio di Raffaele Casamonica, residente con la famiglia nella villetta posta al confine tra i Comuni di Roma e Ciampino. Una "questione d'onore" in cui qualcosa è andato storto e che ha determinato la morte dell'autore materiale dell'incendio e la fuga dei suoi complici, sui quali stanno chiudendo il cerchio gli investigatori dopo aver visionato le immagini di videosorveglianza della villa ed aver svolto indagini 'vecchia maniera'. 

GRUPPO DI COMPLIICI - Ad avvalorare l'ipotesi che Nicandro Casamomica sia stato aiutato da qualcuno, poi allontanatosi dalla villa, il fatto che non sia stata trovata nessuna auto o altro mezzo di trasporto che possa aver portato il 26enne dalla Romanina a casa di Raffaele Casamonica. Una tesi che ha trovato conferma dalle immagini di videosorveglianza della zona attraverso le quali i carabinieri avrebbero individuato un gruppetto di persone (almeno quattro secondo quanto si apprende da fonti investigative) composto da due uomini e due donne. 

VILLA CONFISCATA - Distrutta la villa dall'esplosione in cui ha trovato la morte Nicandro Casamonica, ad allertare i soccorritori è stato Raffaele Casamonica tramite l'allarme collegato al suo telefono cellulare. Al mare con la famiglia gli investigatori hanno poi appurato come la villa di via Carpi era stata confiscata in via definitiva. I Casamonica avevano però presentato ricorso al Tar e nel frattempo Raffaele Casamonica era stato sottoposto alla misura di sorveglianza nell'immobile in cui si trovava ancora con la famiglia prima che venisse incendiata da Nicandro Casamonica. Intanto proseguono le indagini con i carabinieri fiduciosi che il quadro possa essere definito in tutti i suoi contorni in tempi brevi. 

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