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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Fidanzati uccisi a Santa Severa, il pirata della strada positivo a test di alcol e droga

Nello scontro avvenuto sulla via Aurelia alle 2 e 30 del mattino del 28 giugno sono morti Matteo Carta e Alessandra Grande. Il giardiniere 45enne arrestato ha ammesso pienamente le proprie responsabilità

Ha ammesso pienamente le proprie responsabilità il giardiniere 45enne accusato di "omicidio stradale plurimo pluriaggravato" e "fuga a seguito di omicidio stradale". Si è chiuso così il cerchio, drammatico, intorno alla morte di Matteo Carta e Alessandra Grande, travolti e uccisi alle 2:30 del mattino del 28 giugno al chilometro 53 della via Aurelia, all'angolo con viale del Tirreno a Santa Severa.

L'INCIDENTE - I due fidanzati, lui 25enne di Nuoro e lei 22enne romana, a bordo del loro Scarabeo sono stati travolti alle prime ore del mattino da una Kia Sorento nera. Il conducente del suv, dopo lo scontro, era poi scappato a piedi. Inutili i soccorsi per i due fidanzati. A ricostruire la vicenda sono stati i Carabinieri di Civitavecchia coordinati dal comandante Piero Orlando.

I militari dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia di Civitavecchia sono giunti sul posto poco dopo l'evento e hanno trovato, abbandonato a ridosso della siepe di un villino adiacente la via Aurelia, sulla corsia di marcia opposta, il Kia Sorento quasi distrutto dall'impatto. Nelle vicinanze è stato trovato ciò che rimaneva dello Scarabeo e i corpi priva di vita dei due giovani.

LE INDAGINI - Nei minuti successivi, vista la gravità del fatto, sono intervenuti sul posto anche i Carabinieri della Stazione di Santa Severa e personale dell'Aliquota Operativa della Compagnia di Civitavecchia, per l'avvio immediato delle indagini sotto la direzione del Pm sostituto Procuratore dottor Lorenzo Del Giudice, per la ricostruzione della dinamica e l'individuazione del responsabile della morte dei due giovani, che si era dato alla fuga facendo perdere le proprie tracce.

SORPASSO AZZARDATO - Dalla prima ricostruzione dell'incidente, effettuata attraverso i rilievi planimetrici eseguiti dal Nucleo Radiomobile e le dichiarazioni rese dall'unica testimone, si è potuto accertare che il conducente della Kia procedeva a forte velocità sull'Aurelia in direzione Civitavecchia e, giunto al Km 53 circa, aveva iniziato una manovra di sorpasso nei confronti di un'altra auto che percorreva la stessa via, invadendo completamente la corsia opposta e impattando frontalmente contro lo Scarabero con a bordo Matteo e Alessandra.

LA FUGA DEL PIRATA DELLA STRADA - A seguito dell'urto il motorino è andato completamente distrutto e i due giovani erano deceduti sul colpo. Il suv, invece, aveva terminato la sua folle corsa a ridosso di una siepe di recinzione di un villino posto a circa 100 metri dal luogo dell'impatto. Da lì, probabilmente, il conducente, dopo essere uscito dall'auto passando dal finestrino, era fuggito a piedi facendo perdere le proprie tracce.

TRACCE DI SANGUE - Il sopralluogo immediatamente eseguito dal personale dell'Aliquota Operativa ha consentito di rinvenire, sul cancello del citato villino, delle tracce di sangue, verosimilmente appartenente al fuggitivo feritosi nell'impatto o nel tentativo di scavalcare l'alta recinzione della villa per raggiungere la strada e allontanarsi dal luogo. Le tracce biologiche repertate saranno successivamente inviate ai laboratori del RIS di Roma per gli esami di comparazione.

LA TESTIMONIANZA - Nel frattempo, i militari di Santa Severa e del Nucleo Radiomobile, hanno individuato l'utilizzatore della Kia. Alla guida c'era un giardiniere 46enne del luogo che aveva noleggiato il suv da una ditta del Viterbese.

Raggiunto immediatamente presso la sua abitazione, l'uomo ha riferito di essere rientrato a casa intorno alle 21:30 e di aver parcheggiato la Kia, per poi cenare e andare a letto per poi essere svegliato dai militari. Il 46enne aveva raccontato che, forse, il suv gli "fosse stato rubato da ignoti che poi avevano causato l'incidente".

Incidente Santa Severa 28 giugno 2016

VERSIONE LACUNOSA - La versione fornita dall'uomo, però, sin da subito non ha convinto i militari anche per lo stato di alterazione psicofisica in cui versava lo stesso, che aveva un forte "alito vinoso". Il 46enne, tuttavia, non presentava nessuna lesione compatibile con un incidente stradale di tale gravità.

Così le indagini sono proseguite. Mentre l'uomo era sotto la custodia dei militari, con acquisizione ed esame delle immagini delle videocamere di sorveglianza presenti a Santa Severa e l'ascoltro di alcuni testimoni che hanno dato versioni contrastanti con quella fornita dal sospettato, è poi emerso che il 46enne è stato visto fuori dalla sua abitazione ben oltre l'orario da lui fornito.

POSITIVO A ALCOL E DROGA - Così i militari hanno provveduto a far sottoporre l'uomo a test alcolemico e di rilevazione di sostanze stupefacenti, riscontrandolo positivo ad entrambi gli esami. Non solo. I Carabinieri hanno anche effettuato un sopralluogo dell'abitazione, nel corso del quale il pirata delle strada, vistosi alle strette, ha confessato di essere il responsabile del sinistro stradale e del conseguente decesso di Matteo e Alessandra.

LA CONFESSIONE - I Carabinieri, nel corso del sopralluogo, avevano rinvenuto e sequestrato gli indumenti indossati al momento dell'incidente. I vestiti erano intrisi di sangue verosimilmente appartenente alle vittime, circostanza che l'uomo non avrebbe potuto in alcun modo sconfessare.

Il 46enne giardiniere, accompagnato presso la Caserma dei Carabinieri di Santa Severa, ha resto spontanee dichiarazioni ammettendo pienamente le proprie responsabilità, fornendo importanti dettagli che hanno consentito di ricostruire in maniera più completa la dinamica del sinistro e le sue cause.

OMICIDIO STRADALE - Così nel pomeriggio di ieri, come vi avevamo già pre annunciato, è stato dichiarato in stato di arresto per i reati di "omicidio stradale plurimo pluriaggravato" e "fuga a seguito di omicidio stradale", e associato presso la Casa Circondariale di Civitavecchia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Nell'udienza svoltasi di ieri l'arresto è stato convalidato e, come richiesto dal Pm Del Giudice, il GIP ha disposto per l'uomo la misura della custodia cautelare in carcere.

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