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Cronaca Ponte Mammolo / Via di Rebibbia

Muore detenuta a Rebibbia: aveva messo figlio in congelatore dopo infanticidio

Il Sappe: "La situazione nei penitenziari resta allarmante”. La donna era in infermeria perché affetta da una grave patologia

Una donna straniera di 34 anni, arrestata con l’accusa di avere ucciso il figlio e di averlo messo del congelatore, è morta per cause naturali ieri pomeriggio nell’infermeria della Casa circondariale femminile di Roma Rebibbia dove era ricoverata perché affetta da una grave patologia. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

GRAVE PATOLOGIA - “La donna era entrata in carcere a Roma Rebibbia il 16 ottobre scorso perché denunciata dal marito per avere messo il figlio nel congelatore - spiega Maurizio Somma, Segretario Regiona del Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE -. Rifiutava il cibo ed era affetta da una grave patologia e per questo portato nell’infermeria del carcere. Proprio ieri era arrivata in carcere un’ambulanza che con la scorta del Nucleo Traduzioni della Polizia Penitenziaria avrebbe dovuto accompagnarla in ospedale, ma per cause naturali la donna è deceduta”.

BRUTTA NOTIZIA - Aggiunge il Segretario Generale Sappe Donato Capece: “La notizia di una persona che perde la vita in carcere è sempre triste, è sempre una brutta notizia. Ma la situazione nelle carceri resta allarmante: altro che emergenza superata! Dal punto di vista sanitario è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%)".

IL CARCERE - "Questo - conclude Donato Capece - fa capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio in carcere a Rebibbia con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.

CISL FNS - La notizia ha trovato anche il commento del segretario generale aggiunto Cisl Fns Massimo Costantino che in una nota stampa scrive: “Ieri una detenuta è deceduta alla Direzione CCF Rebibbia- Roma, sembra a seguito di un  arresto cardiaco. L'intervento del personale che ha  allertato   sanitari è risultato invano. La detenuta di origine nigeriana, entrata da poco in carcere, non si alimentava da giorni, sembra che propabilmente aveva problemi psichiatrici, la struttura non permette di aver in custodia detenuti del genere.

REGIONE LAZIO - "Per la Fns Cisl Lazio occorre che si intensifichi la sanità pentenziaria, anche c/o strutture esterne dei luoghi di cura, che si ricorda che è gestita dalla Regione Lazio e non dal Ministero della Giustizia, al fine di evitare situazioni del genere che seppur il personale penitenzioaria ha preventivamente allertato i sanitari non ha evitato la morte”.

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