A Roma la metro non esiste più: sulle banchine di linea A e B attese fino a 20 minuti
Ennesima giornata campale sulle linee della metropolitana. Utenti rassegnati ad un servizio scadente e vittime della guerra tra azienda e lavoratori
"Secondo voi è normale attendere una metro 23 minuti e non riuscire a prendere il treno perché ovviamente troppo pieno?". La domanda, a suo modo retorica, arriva da un lettore che, come tanti, anche oggi ha segnalato i disagi vissuti sulla metro romana. Metro che, come abbiamo scritto qualche settimana fa, di fatto non esiste più. Le frequenze sono quelle dei treni regionali.
Oggi, più di altri giorni, i disagi sono stati particolarmente pesanti. La causa è sempre la stessa: mancanza di treni circolanti. Atac lo mette nero su bianco sul proprio sito. Lo fa per la metro B dove scrive: "Ritardi. Numero di treni circolanti inferiori al programmato". Per la metro A invece sempre Atac parla di servizio regolare. Gli utenti invece segnalano a RomaToday, ma anche su twitter, un servizio ugualmente rallentato. Astral, sul suo servizio di infomobilità, parla di "servizio rallentato causa numero ridotto di treni circolanti".
"In banchina invece gli altoparlanti non comunicano neanche ai disagi", racconta un lettore. "Parlano di servizio regolare, di treno successivo in arrivo. Peccato che però arrivi, se va bene, dieci minuti dopo".
C'era una volta la metro B: frequenze da treno regionale e banchine affollate, i motivi del caos
L'effetto è quello di avere banchine piene e treni trasformati in carri bestiame. Non una novità, intendiamoci, ma negli ultimi mesi la tendenza è andata aggravandosi. "E ogni giorno sembra essere peggio", racconta un pendolare. "Decidi di lasciare l'auto a casa perché in centro è meglio muoversi con i mezzi e devi mettere in conto di dover aspettare anche un'ora in banchina". Già, perché i treni arrivano in fermata già strapieni ed entrare è impossibile. Si è costretti ad aspettare il treno successivo o quello dopo ancora. E spesso, spessissimo, hanno le stesse frequenze altissime.
I problemi sono sempre gli stessi e vanno avanti da luglio, sintetizzabili con il concetto di guerra interna tra Atac e macchinisti. Questi ultimi, dopo l'incidente di Termini, con la donna trascinata da un convoglio in banchina e l'annesso processo mediatico per il loro collega, sono diventati più pignoli, analizzando ogni minimo dettaglio dei treni che prendono in carico. Ad iniziare da parabrezza e specchietti sui quali si è instaurato un vero e proprio braccio di ferro con l'azienda.
Atac che a sua volta ha reagito con provvedimenti disciplinari a raffica. Sciopero bianco? Per gli utenti non c'è dubbio. I lavoratori invece respingono al mittente le accuse. "Nessuno sciopero bianco", ribadiscono lavoratori e sindacati. Solo un attenersi, da parte dei macchinisti, a quelle che sono le prescrizioni dei regolamenti. "Non abbiamo nessun interesse a creare disagi perché l'utente se la prende con noi e non con i dirigenti", spiegava Renzo Coppini del sindacato Sul a RomaToday lo scorso ottobre.
I provvedimenti disciplinari intanto aumentano e si è passati dai 20 di un mese ai 60. I problemi restano, il braccio di ferro pure e a pagarne le conseguenze sono i romani che chiedono solo una cosa: "Ridateci la metropolitana".