rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Via Portuense, 1555

Portuense, mercato del falso nel centro commerciale Commercity: denunciati 35 imprenditori

Denunciati 35 imprenditori cinesi che lavoravano con del falso 'Made in Italy' nel centro commerciale di via Portuense. Sequestrate società, immobili e conti correnti

Un vero e proprio business del falso. Dalle prime ore di questa mattina le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Roma, al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, stanno sequestrando un ingente quantitativo di beni tra cui quote societarie, compendi aziendali, immobili, autovetture di lusso e disponibilità finanziarie, tutti relativi a 35 imprenditori cinesi, operanti all’interno del noto centro commerciale Commercity di via Portuense 1555.

>>> IL VIDEO DELL'OPERAZIONE <<<

Nell’operazione sono impiegati oltre 150 militari del II Gruppo Roma, supportati da un elicottero del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia. Utilizzando i dati acquisiti nell’ambito delle indagini penali, sono state, contestualmente, avviate mirate verifiche fiscali nei confronti di tutte le imprese coinvolte, riscontrando "la mancata dichiarazione di redditi per 44 milioni di euro ed una evasione IVA pari a 7 milioni di euro".

Le investigazioni traggono origine dal censimento delle aziende operanti nel settore così detto "pronto moda" presenti nell’area di "Commercity”, che aveva fatto emergere una massiccia presenza di attività di proprietà e/o comunque amministrate da cinesi pari ad oltre il 50% del totale degli operatori attivi nel sito. Nonostante la forte incidenza, il volume d'affari generato da queste imprese equivaleva, però, al solo 9,2% del totale delle movimentazioni prodotte nel maxi hub, pari, complessivamente ad 167.905.234 euro. 

L’anomalia del dato aveva spinto i Finanzieri del II Gruppo Roma a puntare l’attenzione sulle imprese che presentavano maggiori indici di pericolosità, ricostruendone "puntualmente il percorso delle merci trattate sino ai siti di produzione".

Confrontando, quindi, la documentazione contabile con i riscontri ottenuti dal pedinamento dei vari TIR e container sui quali la merce viaggiava, i militari hanno scoperto che "le aziende offrivano sul mercato capi di abbigliamento falsamente etichettati “Made in Italy”, ma, in realtà, prodotti in Cina ed introdotti in Italia grazie alla “intermediazione” di fornitori e confezionatori operanti nella “Chinatown” di Prato".

I titolari ed i legali rappresentanti delle aziende coinvolte sono stati denunciati alla Procura della Repubblica capitolina per "ricettazione e vendita di prodotti industriali con segni mendaci".

La stessa Autorità Giudiziaria, al termine di ulteriori accertamenti economico-patrimoniali, ha disposto, "in forza della stessa normativa applicabile alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, il sequestro dei beni dei 35 indagati, costituiti dalle quote di 14 società e relativi compendi aziendali, 25 unità immobiliari, per un valore complessivo di oltre 5 milioni e 500 mila euro, 10 auto di lusso, 135 rapporti bancari e cassette di sicurezza".
 
Le perquisizioni hanno permesso di sequestrare "oltre 3 milioni di capi di abbigliamento ed oltre 1 milione e 300 mila pezzi di accessori idonei a consentire la fraudolenta asportazione dell’etichetta attestante la provenienza cinese della merce".

Grazie alla collaborazione di alcune note case di moda, è stata riscontrata, per molticapi ed accessori, la così detta "contraffazione figurativa", rivolta alla illecita duplicazione dei disegni e delle stampe adoperati per la realizzazione dei prodotti.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Portuense, mercato del falso nel centro commerciale Commercity: denunciati 35 imprenditori

RomaToday è in caricamento