Mercato Campo de Fiori: truffa al comune di Roma, denunciato
Il titolare delle licenze, un iraniano 56enne, dal maggio 2007 non ha attivato i banchi nella piazza. A gestirli per lui due romani che nei mesi scorsi avevano lanciato insulti razziali ad una commerciante di religione ebraica
Redazione
25 gennaio 2010 10:32
Un iraniano di 56 anni residente da anni nella Capitale, titolare di quattro licenze di vendita presso il mercato di Campo dei Fiori, è stato denunciato dagli agenti del Commissariato Trevi Campo Marzio per truffa ai danni del Comune di Roma.
La vicenda risale all’agosto 2008, quando il I Municipio notificò all’indagato l’avvio del procedimento amministrativo per la revoca delle licenze per non aver attivato dal mese di maggio 2007, senza giustificato motivo, i relativi banchi.
Le licenze, peraltro, risultano gestite da due romani, rispettivamente di 42 e 57 anni, già noti alla cronaca romana degli ultimi tempi in quanto responsabili degli insulti razziali contro operatori di mercato di religione ebraica.
Una delibera Comunale infatti, prevede che l’inattività commerciale per periodi di tempo superiori a quattro mesi, anche non consecutivi, determini la decadenza dell’autorizzazione. Ricevuta questa comunicazione, l’interessato si giustificò esibendo il registro dei corrispettivi, dai quali si dimostrava la continuità dell’attività commerciale e quindi l’assenza di presupposti per l’applicazione della delibera.
Ma le indagini condotte dal Commissariato Trevi Campo Marzio attraverso il riscontro incrociato tra le testimonianze degli operatori di mercato ed i controlli svolti a suo tempo dalla Polizia Municipale, hanno messo in luce che sul registro dei corrispettivi erano stati riportati degli incassi fittizi.
E' emerso quindi che i banchi intestati all’indagato erano rimasti chiusi dal 2004 fino al 2008, e pertanto le licenze sono state revocate con provvedimenti amministrativi emessi dal 1° Municipio anche a seguito di altre irregolarità emerse nella fase investigativa.
La vicenda risale all’agosto 2008, quando il I Municipio notificò all’indagato l’avvio del procedimento amministrativo per la revoca delle licenze per non aver attivato dal mese di maggio 2007, senza giustificato motivo, i relativi banchi.
Le licenze, peraltro, risultano gestite da due romani, rispettivamente di 42 e 57 anni, già noti alla cronaca romana degli ultimi tempi in quanto responsabili degli insulti razziali contro operatori di mercato di religione ebraica.
Una delibera Comunale infatti, prevede che l’inattività commerciale per periodi di tempo superiori a quattro mesi, anche non consecutivi, determini la decadenza dell’autorizzazione. Ricevuta questa comunicazione, l’interessato si giustificò esibendo il registro dei corrispettivi, dai quali si dimostrava la continuità dell’attività commerciale e quindi l’assenza di presupposti per l’applicazione della delibera.
Ma le indagini condotte dal Commissariato Trevi Campo Marzio attraverso il riscontro incrociato tra le testimonianze degli operatori di mercato ed i controlli svolti a suo tempo dalla Polizia Municipale, hanno messo in luce che sul registro dei corrispettivi erano stati riportati degli incassi fittizi.
E' emerso quindi che i banchi intestati all’indagato erano rimasti chiusi dal 2004 fino al 2008, e pertanto le licenze sono state revocate con provvedimenti amministrativi emessi dal 1° Municipio anche a seguito di altre irregolarità emerse nella fase investigativa.
Redazione
25 gennaio 2010 10:32
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