Mafia capitale: chiesto il rinvio a giudizio per Venafro, ex capo di gabinetto di Zingaretti
La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio anche per Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co. L'accusa: turbativa d'asta nell'ambito dell'appalto per l'affidamento del servizio Recup
Turbativa d'asta. Per questa accusa la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e di Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co. E' un capitolo dell'inchiesta su 'Mafia Capitale' e riguarda l'assegnazione, nel 2014, dell'appalto del servizio Recup, il numero unico sulle prenotazioni sanitarie. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini.
Venafro, dopo esser venuto a conoscenza di essere stato iscritto nel registro degli indagati, si era dimesso dalla sua carica.
In base al capo d'accusa Venafro avrebbe concorso a manipolare l'aggiudicazione dell'appalto in un'ottica di spartizione tra cooperative vicine ad ambienti di destra e di sinistra. La gara fu poi sospesa per iniziativa di Zingaretti dopo gli sviluppi su Mafia Capitale.
Nella vicenda sono coinvolti, e per questo risponderanno nel processo che comincerà il prossimo 5 novembre, Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, Luca Gramazio, ex consigliere regionale FI, e Angelo Scozzafava, già componente della commissione aggiudicatrice dell'appalto.