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Cronaca Sacrofano

Massimo Carminati e la Capitale: dai Nar alla Banda della Magliana, la storia del 'Nero'

Il 'Guercio' ed i legami con la Roma eversiva. Dalla lotta armata degli anni '70 agli intrecci con la malavita romana

Il suo nome è legato indissolubilmente prima agli 'anni di piombo' e poi alla Banda della Magliana, quando la Capitale e le altre città del Paese fecero i conti con le trame eversive e la lotta armata di destra e di sinistra. Massimo Carminati torna nuovamente al centro delle cronache giudiziarie in uno tsunami giudiziario che molto probabilmente diverrà uno spartiacque della storia di intrecci tra mafia e politica dell'Urbe.

OPERAZIONE MONDO DI MEZZO - Secondo gli inquirenti della Procura Distrettuale Antimafia romana sarebbe proprio il 'Guercio' il master di un "sodalizio mafioso da anni radicato nella Capitale fecente capo a Massimo Carminati". Assieme a lui sono 37 gli arrestati nell'ambito della 'Operazione Mondo di Mezzo', che ha smascherato una "associazione di tipo mafioso" con "diffuse infiltrazioni nel tessuto imrenditoriale, politico ed istituzionale".

UN MILANESE ROMANO - Una sistema che secondo gli inquirenti era retto proprio da Massimo Carminati, la figura che ispirò "Il Nero" del Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo. Nato a Milano nel 1958 Carminati può essere considerato romano di adozione, città nella quale si trasferisce con la  famiglia negli anni '70. Al suo nome sono legati alcuni dei grandi misteri del Bel Paese in una trama che lo vede come filo di congiunzione tra i Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) e la cosiddetta Banda della Magliana.

EVERSIONE NERA - Il nome di Massimo Carminati compare in numerosi fascicoli legati alla lotta armata e all'eversione politica che ha accompagnato il Paese ed in particolare la Capitale dagli anni '70 ai giorni nostri. Il suo avvicinamento all'eversione di destra si ha alle scuole superiori quando Carminati conosce Valerio Fioravanti, con cui si incontra spesso al 'Fungo', il bar all'Eur ritrovo di neofascisti, ma anche di criminali e malavitosi romani.

FINE ANNI '70 - Il nome de Il Nero del Romanzo Criminale comincia a comparire nei fascicoli d'indagine delle procure nazionali sul finire degli anni '70 quando Massimo Carminati, assieme ad altri camerati dei Nar e di Avanguardia Nazionale, viene considerato tra i rapinatori della filiale della Chase Manhattan Bank di piazzale Marconi. Sempre nel 1979 il 'Guercio' si muove assieme ad altri militanti dell'eversione nera per la liberazione di un camerata, orbitante nella galassia dei Nar. Una questione legata alla detenzione di alcuni armi che il sequestrato non riuscì a restituire a Franco Giuseppucci (Il 'Negro' che ispirò il 'Libanese' nel Romanzo Criminale ).

STRAGE DI BOLOGNA - Quelle stesse armi diventarono protagoniste di altri misteri d'Italia, con due mitra modificati che entrarono a far parte dell'arsenale che la Banda della Magliana nascose nei sotterranei del Ministero della Sanità. Una delle due armi venne addirittura riconosciuta da uno dei pentiti storici della Banda della Magliana (Maurizio Abbatino, conosciuto anche come 'Crispino' che ha ispirato la figura del 'Freddo'), che riconobbe l'arma rinvenuta sul treno Taranto-Milano nel tentativo di depistare le indagini legate alla strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980.

PRIMO GRADO DI GIUDIZIO - Proprio in relazione a quella vicenda nel giugno del 2000, Carminati venne condannato in primo grado a nove anni di reclusione per poi esser assolto in appello.

FUGA ALL'ESTERO - Massimo Carminati prima di allora venne arrestato nell'aprile del 1981 quando, colpito da mandato di cattura per le azioni dei Nar, venne catturato nel tentativo di fuggire all’estero assieme ad altri due estremisti di destra. Arrivati nei pressi del valico del Gaggiolo (in provincia di Varese), con l'intento di espatriare clandestinamente in Svizzera, i tre vennero bloccati dalla polizia che li aspettava alla frontiera. Ne nacque un conflitto a fuoco con Carminati che venne ferito gravemente perdendo l'uso dell'occhio.

PROCESSO AI NAR - L'anno successivo il 'Guercio' andò alla sbarra assieme ad altri 55 neofascisti dei Nar. Molteplici le accuse, dalla strage alla rapina, all'omicidio, alla violazione della legge sulle armi, al danneggiamento doloso. Ad agosto del 1982 Carminati venne però scarcerato per motivi di salute per poi tornare in carcere il 6 ottobre successivo assieme ad altri 21 militanti di destra con l'accusa di "banda armata" e "associazione eversiva".

DAI NAR ALLA BANDA DELLA MAGLIANA - Così come la seconda metà degli anni '70 anche il decennio successivo vide Carminati al centro delle cronache giudiziarie. Dopo gli anni della militanza politica e, successivamente, della commistione fra eversione politica e malavita comune, Carminati preferì alla lotta ideologica obbiettivi legati all'utilità economica, legandosi indissolubilmente a quella che divenne famosa come la Banda della Magliana. Inizialmente alla base di questa cooperazione vi furono alcune attività di reinvestimento di proventi provenienti da rapine di autofinanziamento che gli estremisti effettuarono con l'intento di poterli investire in altre operazioni illecite quali l'usura o lo spaccio di droga.

CURRICULUM CRIMINALE - Dunque una figura centrale degli intrecci tra malavita, estremismi e politica. Il lungo curriculum criminale di Carminati maturato all'ombra dei Nar e della Banda della Magliana, anche in virtù della sua figura di anello di congiunzione tra la criminalità romana ed i gruppi eversivi di estrema destra, fu oggetto di diversi processi nei confronti dell'estremista nero, alcuni dei quali riguardanti i misteri più controversi della Repubblica Italiana e da cui, Carminati, uscì praticamente quasi sempre indenne.

DA PECORELLI A FAUSTO E IAIO - Assoluzioni che Carminati ottenne nell'ambito dell'omicidio di Mino Pecorelli, scomodo direttore del settimanale Osservatorio Politico, assassinato con tre colpi di pistola calibro 7,65 nel 1979. Stessa sorte nel processo per l'omicidio di Fausto e Iaio (Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci), i due militanti di sinistra assassinati a Milano, la sera del 18 marzo dell'anno prima (1978) con 8 colpi di pistola. Con Carminati vennero indagati altri due neofascisti romani. Nel dicembre del 2000 il Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano decretò l'archiviazione del procedimento a loro carico mettendo così la parola fine a un’inchiesta durata 22 anni.

PROCESSO ALLA BANDA DELLA MAGLIANA - Nel processo che, invece, vide alla sbarra l'intera Banda della Magliana, iniziato a Roma, il 3 ottobre del 1995 e in cui 6 appartenenti al clan furono chiamati a rispondere a reati quali traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, riciclaggio, omicidio, rapina e soprattutto associazione a delinquere di stampo mafioso, il pubblico ministero Andrea De Gasperis chiese, per Carminati, una pena pari a 25 anni di carcere. Dopo due gradi di giudizio (febbraio 1998) Il Nero venne condannato a dieci anni di reclusione.

CALCIOSCOMMESSE - Nel 2012 il suo nome comparve nell'inchiesta sul calcioscommesse che fece emergere i legami di alcuni giocatori con la criminalità organizzata.

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