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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Maltrattamenti asilo San Romano: confermati gli arresti di maestra e preside

Alla base della decisione dei giudici un metodo educativo "in alcun modo giustificabile e perfettamente declinabile nel paradigma dei maltrattamenti". Le violenze alla luce lo scorso 15 maggio

Un metodo didattico-educativo "in alcun modo giustificabile e perfettamente declinabile nel paradigma dei maltrattamenti". E’ quanto scrivono i giudici del tribunale del Riesame di Roma sul comportamento avuto dalla maestra Franca Mattei, insegnate nella scuola d’infanzia San Romano al Portonaccio, e attualmente agli arresti domiciliari così come la direttrice Maria Rosaria Citti.

VIOLENZE ALL'ASILO - La vicenda è salita alla ribalta lo scorso 14 maggio quando in seguito ad alcune indagini si è paventata l'ipotesi dei violenti maltrattamenti anche nei confronti di alcuni bambini disabili. Secondo i giudici di piazzale Clodio, la direttrice ha "omesso qualsiasi accertamento su quanto stava accadendo nella classe, con ripetuti tentativi volti a sviare la grave questione mediante atteggiamenti non consoni alla qualità rivestita, come quelli, del tutto pretestuosi, di pretendere accuse per iscritto dalle insegnanti, di additare il comportamento 'untorio' di una bidella, o di spostare le insegnanti o intimidirle".

CONFERMA ARRESTI - I giudici hanno confermato gli arresti e fatto propri i contenuti dell’ordinanza di custodia emessa il 14 maggio scorso dal gip su richiesta del pm Eugenio Albamonte. Il Riesame scrive, inoltre, che dalle indagini svolte "emerge un quadro drammatico della vicenda che vede protagonisti – è detto nelle motivazioni - i metodi violenti e sbrigativi della Mattei e il comportamento omissivo della Citti costantemente orientato nel tempo a sminuire le responsabilità dell'insegnante, nonostante le ripetute denunce degli altri docenti". Un atteggiamento violento che ha sviluppato nelle giovanissime vittime "una sorta di terrore nei confronti dell'insegnante, fino a proteggersi preventivamente nel momento in cui percepivano l'imminente atto aggressivo della docente, a sviluppare in altri ambiti comportamenti imitativi, a rifiutarsi a loro modo di entrare in classe".

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