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Cronaca

Mafia Capitale 2, ecco il tariffario dei migranti: "A Odevaine 20mila euro da coop La Cascina"

La seconda tranche di arresti del Mondo di Mezzo mette a nudo il business dei rifugiati, e la posizione di Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto di Veltroni, nel ruolo di raccordo tra cooperative e Viminale

"Ti metto 200 persone a Roma, 200 a Messina...50 là... poi quantifichiamo". Un sistema studiato a tavolino, con tanto di "tariffario a migrante ospitato". La seconda tranche di arresti del Mondo di Mezzo mette a nudo il business dei rifugiati, e il ruolo di 'raccordo' di Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni ed ex vertice della polizia provinciale. 

Seduto ai tavoli istituzionali dove l'emergenza sbarchi si è fatta nei mesi sempre più impellente, manovrava appalti e 'pacchetti' di migranti, potentissimo anello di congiunzione tra le cooperative e il Viminale. Per il gip romano, Flavia Costantini, che ha firmato l'ordinanza di Mafia Capitale 2, "il sistema corruttivo faceva capo a Luca Odevaine nella veste di appartenente al Tavolo di coordinamento nazionale sull'accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale". 

Dalle carte emerge chiaro il rapporto di scambio con i manager della cooperativa La Cascina, vicina al mondo cattolico, gestore del Cara di Mineo, e oggetto di perquisizione nell'ambito dell'inchiesta. "Odevaine riceveva da Cammisa, Ferrara, Menolascina e Parabita la promessa di una retribuzione di 10.000 euro mensili, aumentata a euro 20.000 mensili dopo l’aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile 2014, per la vendita della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio in violazione dei doveri d’imparzialità della pubblica amministrazione". 

MAFIA CAPITALE 2--->I NOMI DEGLI ARRESTATI

Odevaine, spiega il gip, orientava "le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di creare le condizioni per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo LA CASCINA". Comunicava "i contenuti delle riunioni e le posizioni espresse dai rappresentanti delle istituzioni". 

E ancora effettuava "pressioni finalizzate all’apertura di centri in luoghi graditi al gruppo LA CASCINA". Predisponeva i bandi di gara "in modo da garantire l’attribuzione al raggruppamento di imprese del quale faceva parte il gruppo LA CASCINA di un punteggio elevato". Concordava "con gli esponenti del gruppo LA CASCINA il contenuto dei bandi di gara". E ne favoriva "l'aggiudicazione". 

Il tutto in cambio di laute mazzette, ricevute secondo l'ordinanza, "in parte direttamente, ovvero per il tramite di Bravo Stefano e di Bruera Marco, i quali unitamente ad Addeo Gerardo e ad Addeo Tommaso curavano la predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l'ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle società riferibili a Odevaine".

E' poi lo stesso "facilitatore", come lui stesso si descrive ai pm,  a spiegare il suo ruolo in dichiarazioni spontanee rilasciate ai magistrati, sostenendo che in realtà il Tavolo aveva solo una funzione politica. "Non aveva nessun potere - ha messo a verbale - nell'attivare Centri o spostare immigrati da un centro all'altro, semplicemente dettava le linee generali della politica". Scelte che invece spettavano al ministero. "Quello che facevo io ...era di facilitare il Ministero da una parte nella ricerca degli immobili che potessero essere messi a disposizione per l'emergenza abitativa". Un ruolo di "facilitatore dei rapporti con la pubblica amministrazione...in ragione delle mie conoscenze maturate nel tempo".

VIDEO---->MAFIA CAPITALE 2: 44 ARRESTI

Chiarisce la sua posizione anche agli stessi dipendenti de La Cascina, come riporta l'ordinanza. Il mio compito "non è tanto stare direttamente dentro ai Centri...il lavoro che gli faccio e' di collegamento con il ministero dell'Interno soprattutto per trovare...poi...la possibilità di implementare il lavoro...e facciamo accordi sugli utili in genere...insomma ci si dividono un pò gli utili". E sempre con i manager della coop discute di un vero e proprio tariffario delle mazzette. 

Si legge nelle intercettazioni ambientali riportate agli atti: "...altre cose in giro per l'Italia ... possiamo pure quantificare, guarda ... se me ... me dai ... cento persone facciamo un euro a perso ... non lo so, per dire, hai capito? E ... e ... e basta, uno ragiona così dice va beh ... ti ... ti ... ti ... ti metto 200 persone a Roma, 200 a Messina ... 50 là ... e ... le quantifichiamo, poi...". 

E allo stesso Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative, rendiconta degli accordi: "Su Roma... ..... alla fine ci siamo accordati di fare una verifica perché, ti ho detto sullo SPRAR il...inc....Roma è basso per cui quasi non c'è utile, sugli altri c'è... c'è più utile poi bisogna vedere dove si paga l'affitto e per cui riesci ad essere, a esserci l'utile al 21%, allora diciamo una cifra che va dagli 0,80 a 1 euro e mezzo, io a loro gli ho detto che questi me davano 1 euro e mezzo e.....LA CASCINA che va da 80 a 1 euro e mezzo calcoliamo facciamo un pò... di media è questa qui, quindi saranno diciamo che alla fine comunque 15-20.000 euro tranquilli, in ogni caso, poi si tirano fuori... intorno al minimo indispensabile". 

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