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Cronaca

Mafia Capitale: sequestrati i beauty center ai Parioli di 'Giovannone' De Carlo

Irreperibile durante il blitz a De Carlo, insieme a Gaglianone, sono stati sequesteati dalla Finanza beni per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro.

Ulteriori guai per Giovanni De Carlo, per gli amici 'Giovannone', il 39enne arrestato dai Ros nell'ambito dell'indagine su Mafia Capitale , definito da Diottalevi "il boss che conta materialmente" e ben noto nell'ambiente della Roma bene e del jet-set locale e nazionale.

DA DE ROSSI A BELEN – A 'Giovannone' si rivolgevano, per chiedere un aiuto, Daniele De Rossi o Teo Mammucari che chiedeva un “ormone per la crescita”. Le intercettazioni del Ros hanno appurato anche "numerosi contatti" di De Carlo con le compagne dei calciatori Matteo Destro, allora alla Roma e Blerim Dzemaili all'epoca in forza al Napoli e con la coppia Stefano De Martino e Belen Rodriguez.

3,5 MILIONI DI BENI – Adesso sono arrivati altri guai. Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, in prosecuzione delle attività svolte nel dicembre scorso, unitamente al Ros dell'Arma dei Carabinieri, hanno eseguito il sequestro di ulteriori beni riconducibili a Giovanni De Carlo e Agostino Gaglianone, per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro.

CENTRI ESTETICI E SOCIETA' - I due nuovi provvedimenti di sequestro, emessi dal Tribunale di Roma Sezione Misure di Prevenzione, a seguito di richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica della capitale, sono stati eseguiti da parte del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria e riguardano un centro estetico e un associazione in viale Liegi, una società nel settore dei "servizi degli istituti di bellezza" in via della Giuliana, una ditta individuale a Sacrofano in via XI Febbraio, un immobile di 299 mq, due veicoli e varie disponibilità finanziarie, intestate alle persone giuridiche in sequestro.

IL RUOLO DI GAGLIONE - Secondo le indagini di 'Mafia Capitale', Gaglianone si era legato al gruppo criminale, divenendo parte integrante dell'associazione stessa, mettendo a disposizione dell'organizzazione, come spiega la Finanza, "le proprie imprese ed attività economiche nel settore della edilizia e del movimento terra per la gestione degli appalti di opere e servizi conseguiti dall’associazione, anche con metodo corruttivo". Tra l'altro, le indagini penali esperite avevano accertato come l'imprenditore veicolasse "flussi finanziari illegali ai componenti apicali del sodalizio".

'GIOVANNONE' E I PRESTNANOME – De Carlo, come detto, è invece figura ben nota nell'ambiente romano, dotata di particolare carisma delinquenziale agli occhi di Massimo Carminati pur non facendo parte dell'associazione mafiosa individuata, al punto da essere, secondo i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, "il dominus occulto di un ingentissimo patrimonio anche in territorio estero, intestato a numerosi prestanome, tra cui i fratelli Lorenzo e Francesco De Vincenti".   

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