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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Prati / Piazza del Risorgimento

La prof e la frase antisemita: "Ad Auschwitz saresti stata attenta"

Polemiche all'artistico Caravillani di piazza Risorgimento: una professoressa riprende un'alunna tirando in ballo Auschwitz e viene accusata di razzismo

"Se fossi stata ad Auschwitz, saresti stata attenta". Inizia così la storia che viene dal liceo artistico Caravillani in piazza Risorgimento. A riportarla è Gabriele Isman su Repubblica. La frase è stata pronunciata da una professoressa di matematica e lo scopo era quello di riprendere una ragazza poco attenta.

FATTI - Siamo ad ottobre dello scorso anno. La ragazza entra come sempre in classe. Quel giorno però ha un forte mal di testa. Esce così dall’aula ma il dolore resta e così rientra in classe. La ragazza prova a seguire ma non riesce a stare attenta.La docente lo nota. Forse pensa sia distratta da altro. La guarda. E con una frase lapidaria la riprende: “Se tu fossi stata in un campo di concentramento, avresti ascoltato”.

I suoi compagni sono prima sbigottiti, poi si stringono intorno all’amica. Attaccano la professoressa, le dicono che è razzista. Protestano. Alcuni, in tre, decidono che d’ora in avanti non avrebbero più seguito le sue lezioni.

ACCUSE DI RAZZISMO - Immediate le accuse di razzismo alla professoressa con la stessa che si difende dicendo: "Non sono antisemita, ma nella scuola italiana non c'è più la disciplina di una volta". La madre della ragazza va a protestare il lunedì dalla preside, che chiede una protesta scritta alla signora e apre un'istruttoria formale. La docente cerca di spiegarsi, ma aggiunge qualcosa di ancora più grave. "Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato": dopo l'apertura dell'inchiesta interna rischiava 15 giorni di sospensione, ma invece si ammala.

LA VISITA A PACIFICI - Romaebraica.it riporta la notizia della visita di ieri a Pacifici: "Riccardo Pacifici ha voluto organizzare la visita della scuola al Museo, con gli alunni accompagnati dalla preside Anna Maria Trapani. Il presidente, a metà percorso, ha riunito i ragazzi nel Tempio Spagnolo per ringraziarli. “Sono commosso di fronte all’appoggio che avete dato alla vostra compagna – ha confessato Pacifici -. Mi capita spesso di andare nelle scuole per parlare di Shoah, per ricordare l’importanza della tolleranza nei confronti del prossimo. Ma mai mi era capitato di assistere a un fatto simile. In un periodo di crescente intolleranza antisemita, xenofoba e razzista, un episodio del genere dovrebbe essere premiato. Lo vorrei segnalare, quindi, alla Presidenza della Repubblica affinché tutti voi abbiate il dovuto riconoscimento, affinché la cittadinanza riconosco quali sono gli esempi positivi. E’ facile parlare e portare sulle cronache dei giornali fatti negativi, stavolta dobbiamo dobbiamo dare voce a ciò che di buono c’è stato in questo vostro gesto che noi, come ebrei romani, non dimenticheremo”. Una scuola così, continua Pacifici, “sa rispondere a quelli che, come la Finelli, si vantano di aver fatto piangere un’alunna e si dicono non razzisti, ma preoccupati di un’Italia che dà troppo spazio ai figli di immigrati”. Come ulteriore ringraziamento il Presidente, d’accordo con la responsabile della comunicazione del Museo Ebraico, Irit Levi, ha invitato gli studenti del liceo artistico a sfruttare la raccolta di tessuti più vasta d’Europa custodita tra le mura del Tempio. “Bisogna assolutamente premiare chi ha capito che migliorare la nostra società civile, significa – conclude Pacifici – mettere da parte ignoranza e omertà”.

FONTE: roma.repubblica.it

www.romaebraica.it

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