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Cronaca

Spari a Boccea, dalla faida in famiglia ai legami con Alessandro Fasciani: chi è Leandro Bennato

Colpito con spari all'addome. Indagano gli inquirenti a 360 gradi, a partire dai trascorsi criminali della vittima

Interrogato dai Carabinieri ha raccontato di essere stato vittima di una tentata rapina. Gli inquirenti però non gli hanno creduto. Colpa dei suoi trascorsi criminali. Leandro Bennato, pregiudicato di 41 anni, è l'uomo ferito con dei colpi di pistola all'addome giovedì sera in via di Boccea, in mezzo al traffico delle 19. Un nome pesante nella trama che racconta anni di mala romana. Nel 2013 Bennato è stato arrestato a Barcellona per reati legati al traffico di droga dopo un periodo di latitanza di tre anni. Nel 2010 era evaso dai domiciliari che scontava nella clinica romana Villa Lauricella: 4 anni, 3 mesi e 19 giorni di carcere per traffico di sostanze stupefacenti.  

La faida in famiglia

Orginario di Primavalle, Bennato è parente di Walter Domizi, noto narcotrafficante sul territorio. Secondo gli investigatori, chi ha sparato potrebbe aver voluto lanciare un avvertimento legato alla spartizione del mercato della droga nella Capitale. Ma i rapporti del 41enne con fatti di sangue che hanno segnato l'Urbe vanno oltre. Bennato è il nipote di primo grado di Mario Maida, uomo ucciso con un colpo di pistola nel 2012 a Torrevecchia, e a sua volta killer del fratello di Leandro, Andrea Bennato. 

I fatti risalgono a sette anni prima, al 12 dicembre 2005. I figli di Mario Maida, Davide e Nicola, aggrediscono per futili motivi la fidanzata di Bennato, loro cugino. Bennato, accompagnato dai due fratelli, si reca subito a casa loro ma non trova i cugini, trova lo zio. In uno scontro a fuoco Andrea finisce a terra, senza vita, con un colpo di proiettile alla schiena. E Mario Maida viene indagato per omicidio volontario. Da qui l'ipotesi che l'uccisione dello stesso Maida del 2012 sia legata a una vendetta. I colpevoli però non sono mai stati individuati. 

I legami con Fasciani e i Senese

E ancora, il nome di Bennato compare nelle intercettazioni dell'ordinanza di custodia cautelare che portò in carcere a maggio 18 persone per un traffico i stupefacenti tra la Calabria e Roma. Tra i nomi anche quello di Vincenzo Senese, figlio di Michele "O'pazzo", esponente di spicco del noto clan camorristico. Tra i due gli inquirenti avrebbero ricostruito contatti telefonici e incontri. Altro nome che emerge nella rete di legami di Bennato è quello di Alessandro Fasciani, membro dell'omonimo clan di Ostia. 

Mentre era latitante in Spagna, si trovavano entrambi a Barcellona, entrambi ricercati. Fasciani proprio qui viene arrestato dagli agenti della squadra Mobile, con l'accusa di un omicidio avvenuto davanti a una discoteca in zona Ostiense. E lo stesso Fasciani, proprio nella giornata di giovedì, mentre Bennato veniva raggiunto all'addome dagli spari, è finito in manette.

Figlio di Terenzio e nipote del boss Carmine esponente di primo piano del clan (la cui mafiosità è stata definitivamente riconosciuta dalla Corte Cassazione), è stato arrestato ad Acilia. Il 33enne voleva lasciare l'Italia. Destinatario di ordinanza di ripristino della custodia cautelare emessa dalla terza Sezione Penale della Corte di Appello di Roma su richiesta della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello della Capitale, voleva lasciare l'Italia. Fasciani, condannato il 4 febbraio scorso a anni 10 e mesi 6 di reclusione per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso e associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, il 29 novembre conoscerà il suo destino con la decisione della Cassazione. 

Gli inquirenti indagano a 360 gradi, al vaglio un possibile legame tra i due eventi: gli spari contro Bennato e l'arresto quasi contemporaneo di Fasciani. 

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