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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Via Onifai

Arrestato il 'Vasaio': nel laboratorio artigianale droga col suo marchio

Sono oltre 10 i chili di droga sequestrati dalla polizia a Rocca Cencia. In manette un 42enne che preparava la marijuana e il 'fumo' nel locale dove lavorava la terracotta

Gli orizzonti commerciali nelle attività di spaccio si ampliano e la specializzazione si sostituisce ad una attività conosciuta negli ambienti investigativi come “politraffico”. E’ la nuova tendenza generata dalle necessità di un progressivo adeguamento ad un mercato in continua evoluzione e che interessa anche alcune zone della Capitale. Sempre più spesso infatti le Forze dell’Ordine si trovano di fronte a spacciatori che preferiscono non specializzarsi su una sola sostanza, ma 'adattarsi' alle richieste dei loro clienti.     

VASAIO - E’ il caso di un cittadino albanese di 42 anni, sorpreso dagli agenti del Commissariato Trevi con oltre 10 chili di sostanze stupefacenti. Gli investigatori, diretti dal dr. Lorenzo Suraci, sono arrivati a lui nel corso di alcuni servizi antidroga e grazie al pedinamento di diversi clienti abituali, con i quali il cittadino albanese manteneva dei frequenti rapporti commerciali. Quando nella tarda mattinata di ieri hanno fatto irruzione all’interno del suo appartamento in via Onifai, nel quartiere di Rocca Cencia in VIII Municipio, i poliziotti hanno sequestrato circa 7 chili di marijuana idroponica, coltivata e prodotta in Albania, 3 chili di hashish suddivisi in 30 panetti, e circa mezzo chilo di cocaina.

TERRACOTA E DROGA - L’abitazione, utilizzata dal pusher anche come laboratorio per la lavorazione della terracotta, era infatti stata allestita e organizzata per “lavorare” le sostanze stupefacenti tagliarle e confezionarle anche per la vendita al dettaglio. Gli investigatori hanno sequestrato, oltre alla cospicua quantità di droga, anche il materiale per la lavorazione consistente in oltre 1 chilo di sostanza da taglio, una pressa artigianale per il confezionamento dei panetti, un frullatore, diversi bilancini elettronici e rotoli di cellophane. I poliziotti stanno ora concentrando la loro attenzione su numerosi appunti manoscritti sui quali sono indicate cifre e nominativi e su 4 telefoni cellulari probabilmente utilizzati dal giovane per mantenere i contatti con i suoi  clienti.

PANETTI COL MARCHIO - L’ attività del 42enne, secondo gli investigatori si sarebbe concretizzata attraverso una duplice veste di spacciatore al dettaglio e grossista. Le indagini proseguono quindi per accertare eventuali collegamenti con organizzazioni criminali est europee e se ed in qualche modo la sua attività artigianale possa essere utilizzata o collegata con l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Le sostanze venivano infatti  compattate in mattoncini riportanti la lettera “P”, iniziale della parola albanese “Poçar”il cui significato è appunto “Vasaio“.

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