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Cronaca

Rifiuti, Italia rinviata alla Corte di Giustizia UE: "Colpa della situazione nel Lazio"

La Commissione Europea ha deferito il paese alla Corte di Giustizia. La responsabilità sarebbe della situazione del trattamento rifiuti nella Regione Lazio, come annunciato dal commissario europeo Janez Potocnik

Italia rinviata alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per la questione rifiuti. La colpa è della "situazione del trattamento nella Regione Lazio", come annunciato dal commissario europeo Janez Potocnik. "Anche alla luce delle iniziative contro l'applicazione del decreto del ministro dell'Ambiente del 3 gennaio 2013 sui rifiuti del Lazio, la Commissione è costretta a deferire l'Italia alla Corte europea di giustizia" ha comunicato poi lo stesso titolare del dicastero. Un'ulteriore, l'ennesimo, pesante, campanello d'allarme per la gestione dei rifiuti nella regione.

 

Tra le considerazione del commissario europea Janez Potocnik il fatto che sia a rischio la chiusura della discarica di Malagrotta. Una nota del ministero spiega che "il commissario europeo Janez Potocnik, pur apprezzando l'impegno del ministro dell'Ambiente, ha rilevato che sono a rischio la chiusura della discarica di Malagrotta e il trattamento dei rifiuti, oggetto della procedura d'infrazione aperta nel 2011".

Clini da un lato, ha confermato con una lettera al commissario Potocnik l'impegno dell'Italia, "anche grazie alla collaborazione con la nuova amministrazione della Regione e con il Comune di Roma, a completare il programma per allineare la capitale d'Italia agli standard previsti dalle direttive europee e dalle leggi nazionali entro i tempi previsti e comunque prima che la Corte assuma la sua decisione". Dall'altro lato ha valutato il deferimento alla Corte europea di giustizia come "il risultato inevitabile della situazione che si è venuta a creare in seguito alle opposizioni al decreto del 3 gennaio, opposizioni che in vario modo convergono verso l'unica 'abituale conclusione per Roma' a vantaggio del conferimento in discarica".

Il titolare dell'Ambiente ha ricordato "l'incredibile situazione degli impianti regionali di Tmb (trattamento meccanico biologico) e per la produzione di combustibile derivato dai rifiuti che, nonostante le disposizioni del decreto e l'intervento del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, continuano a essere utilizzati meno del 50% della loro capacità". E al tempo stesso ribadito che "resta a livelli insoddisfacenti la raccolta differenziata, e in particolare la selezione della frazione umida, la quale potrebbe essere valorizzata con la produzione di compost".

Intanto per il prossimo 20 marzo Clini ha convocato Ama e le imprese individuate dal decreto del 3 gennaio. Lo scopo è "definire un piano di azione vincolante anche utilizzando i poteri straordinari che sono stati attribuiti al ministro dalla Legge di stabilità 2013". Inoltre, il ministro ha scritto al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e al commissario della Provincia, Umberto Postiglione, per sbloccare le procedure di autorizzazione, ferme da tempo, degli impianti di trattamento e recupero che potrebbero dare una svolta definitiva alla gestione dei rifiuti di Roma".

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