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Cronaca

Scale mobili, intercettazioni Atac: "Libia come Barberini. Famoce i fatti nostri sennò arriva la Procura"

Il dirigente: "Chiusure esagerate, bisogna medicare". Nell'inchiesta della Procura di Roma sono stati sospesi quattro dipendenti e risultano indagate altre 11 persone

"E' la stessa tipologia di guasto di Barberini. Famoce i fatti nostri". E' una delle intercettazioni, questa del 10 aprile scorso, in cui il responsabile d'esercizio della linea A e B della metro di Roma, Renato D'Amico, ora indagato e sospeso dal servizio, telefona a un'altra dirigente di Atac in merito a un guasto, occorso proprio quel giorno, alla stazione Libia della linea B1 e rimasto segreto fino ad oggi.

"E' lo stesso guasto solo che non hanno alzato il polverone, sennò arriva la Procura". Nell'ordinanza di 98 pagine con la quale il gip di Roma, Massimo Di Lauro, ordina l'interdizione dai pubblici uffici per un anno a tre dirigenti Atac e uno della società napoletana Metro Roma Scarl si leggono stralci in cui appare come le iniziative della Procura di Roma non siano state ben digerite da Atac

"Il sequestro di Barberini è esagerato"

Secondo D'Amico, infatti, il sequestro della stazione Barberini avvenuto lo scorso marzo è stata "una mossa esagerata da parte della procura che condiziona tutti". Lo dice al telefono, senza sapere di essere intercettato. Per D'Amico il sequestro deciso dalla Procura era esagerato "perché l'incidente non aveva provocato feriti".

Secondo il gip Massimo Di Lauro, invece, non si comprende come "la magistratura possa aver condizionato negativamente l'operato di un'azienda che per cinque mesi non aveva certo brillato per spirito di iniziativa nel risolvere il contratto con un'impresa come la 'Metroroma scarl' dimostratasi ampiamente inadempiente ai suoi obblighi".

Quanto afferma il dirigente Atac inoltre, sottolinea il giudice, "la dice lunga sulla sua perdurante inclinazione a disinteressarsi della sicurezza degli sventurati che sono costretti a prendere la metropolitana per recarsi al lavoro". 

"Su 700 scale mobili ne possono venire giù 3 o 4"

E poi c'è il tema della sicurezza, come sottolinea anche il procuratore Paolo Ielo. "Se famo er calcolo delle probabilità su 700 ne sarebbero venute giù altre 3 o 4, dai", dice ancora Renato D'Amico.

"No allora non stanno in procinto de venì giù nessuna, stanno tutte in sicurezza... Dai. Il vero problema è che stanno tutte degradate" gli risponde la collega. E D'Amico aggiunge: "E' chiaro, l'incidente è più probabile", si legge nelle carte.

Secondo il gip Di Lauro a "D'Amico non interessa affatto l'eventualità che su quelle 3 o 4 scale ci siano sopra delle persone. Per lui è solo una questione di numeri e percentuali, ma ci si consenta di osservare che saranno solo tre o quattro scale quelle che possono rompersi ma se c'è qualcuno sopra rischia di farsi male e per davvero". 

Il dirigente Atac: "Pure noi non abbiamo controllato niente"

Dopo l'incidente alla scala mobile di Repubblica e a quello alla stazione Barberini, anche all'interno di Atac ci si inizia a preoccupare delle conseguenze. "Pure noi non abbiamo controllato niente, sta cazzo di ditta" si legge in un'altra intercettazione di D'Amico contenuta nell'ordinanza.

Il dirigente cita una mail in cui si afferma che nella stazione della metro di Cornelia "i dispositivi di controllo dell'usura e della mancata apertura dei freni risultavano disabilitati dalla centralina di controllo".

"Vanno ad agire sulla  sicurezza...questi è un continuo... è preoccupante certe posizioni non sono proprio campate in aria, bisogna mandarli via...noi non abbiamo controllato niente sta cazzo di ditta (Metroroma Scarl, società che aveva l'appalto della manutenzione delle scale mobili ndr). Bisogna essere onesti, si sono verificati incidenti che si verificano una volta nel mondo ogni 10 anni, uno con feriti ma gli altri hanno avuto culo".

Per il giudice "l'esigenza nasce nell'animo di D'Amico solo a distanza di più di cinque mesi dall'incidente di Repubblica e dopo che anche la stazione Barberini aveva subito analogo sinistro tanto da determinare finalmente Atac a chiedere la risoluzione contrattuale con Metroroma Scarl per grave inadempimento". 


 

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