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Idi, padre Decaminada ascoltato dal gip: "All'oscuro di tutto"

L'ex consigliere delegato dell'istituto sanitario indagato per un 'buco' da 600 milioni respinge le accuse al mittente

Non so nulla di quanto accadesse, tutto è avvenuto a mia insaputa". Questo ha detto padre Franco Decaminada, consigliere delegato dall'ente ecclesiastico proprietario dell'Idi, sentito per oltre due ore dal gip di Roma Antonella Capri, nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia. Il religioso, agli arresti domiciliari dal 4 aprile scorso, con l'accusa di appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta e false fatturazione per essersi impadronito, assieme ad altre persone, di almeno 14 milioni dalle casse dell'istituto. Nel corso dell'atto istruttorio, alla presenza del pm Giuseppe Cascini e del suo difensore Fabio Lattanzi, Decaminada ha respinto le accuse sostenendo di essere "totalmente all'oscuro" di quanto avveniva.

AZIENDA IN MAREMMA - In merito all'azienda agricola in Maremma posta sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, Decaminada ha ammesso di averla acquistata per assecondare le richiesta di un "confratello che voleva farne un luogo di recupero". "Questi purtroppo è deceduto e quindi ho provveduto io a completare i lavori e restituire all'istituto l'immobile". Per chi indaga, questa donazione è avvenuta quando Decaminada già sapeva di essere sotto inchiesta.

INDAGINI - Un'intricata vicenda giudiziaria quella dell'Idi, nata da stipendi non versati e incongruenze nella gestione amministrativa dell'ospedale. Secondo quanto accertato dai pm romani, l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Idi) sarebbe stato oggetto di una spoliazione sistematica delle casse al punto da creare un buco finanziario da 600 milioni di euro che ha portato la struttura sull'orlo della bancarotta mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro.

AMMINISTRAZIONE CONTROLLATA - Dal 30 marzo scorso l'istituto è in amministrazione controllata. Oltre agli arresti, altre 10 persone sono state denunciate, a vario titolo, per i reati di riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento delle scritture contabili e appropriazione indebita. Le indagini hanno consentito di accertare "condotte di spoliazioni" per un totale di 14 milioni di euro messe in atto da Decaminada, quale consigliere delegato al Superiore Provinciale dal 2004 al dicembre 2011, incaricato della gestione del comparto Idi-Sanità.

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