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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Via Ostiense

Elena Aubry morta sull'Ostiense, l'asfalto era dissestato: indagati tre funzionari del Comune

Si tratta dei responsabili per il tratto di strada dove la 25enne ha trovato la morte in moto per i dissesti dell'asfalto. La mamma: "Che quella strada sia la causa della sua morte, mi pare sia fuori da ogni dubbio"

"Che quella strada sia la causa della sua morte, mi pare sia fuori da ogni dubbio". Sono le prime parole di Graziella Viviano, mamma di Elena Aubry, dopo aver appreso che nel registro degli indagati ci sono tre funzionari del comune di Roma.

Il provvedimento a firma del pm Laura Condemi è arrivato dopo aver acquisito una ulteriore testimonianza a seguito dell'incidente stradale avvenuto il 6 maggio di due anni fa in via Ostiense.

Il nuovo sopralluogo dopo l'incidente

La Procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, contesta ai tre indagati che si occupano proprio di manutenzione stradale le sconnessioni dell'asfalto. Le indagini però potrebbero portare all'iscrizione anche di altri presunti responsabili.

La svolta dopo che è stato rintracciato l'ultimo testimone. Il pm ha quindi disposto un nuovo sopralluogo nel tratto incriminato nei pressi del Cineland di Ostia ed è risultata una "discreta convergenza" tra le conclusioni dei teste e del consulente della Procura. 

Si è quindi giunti alla conclusione che l'ultimo tratto percorso dalla motociclista sulla via Ostiense fosse caratterizzato da una serie di avvallamenti e che l'asfalto fosse ancora più dissestato di quanto non si percepisse.

VIDEO | Sulle strade insanguinate di Ostia, dove il limite di velocità non basta più

Il commento della mamma di Elena Aubry

Graziella Viviano ha così commentato: "Altre due persone cadute lì a 15 giorni di distanza dal suo incidente. Una decina di giorni fa un altro scontro di auto, esattamente davanti all'albero di Elena, sempre "per quelle maledette radici". Io non provo odio "personale" verso nessuno. Ma un processo, la Giustizia, non può che stabilire dei principi che devono essere oggettivi. E il principio in questa vicenda è che la strada non deve uccidere, né Elena, né nessun altro, mai più, ora e sempre. Che la morte di Elena almeno serva a determinare questo: la strada è un elemento del nostro vivere quotidiano, indispensabile per la struttura del vivere. Che la morte di Elena sia servita e serva almeno a determinare questo".

"Mi è stata tolto molto più della mia vita che sarei disposta a dare, anche adesso, se questo servisse a riportare lei. E chi mi conosce sa che lo dico perché lo penso e lo farei. Ma, malgrado tutto, non provo odio per nessuno. - conclude la mamma della 25enne morta - Sono una donna di principi, ferrei, dai quali non derogo, ma l'odio, l'accanimento, il giustizialismo 'ad personam', proprio non mi appartiene. Un processo stabilisce principi di giustizia ed è giusto che questi vengano stabiliti e definiti una volta per tutte e spero che il processo di Elena su questo aspetto faccia giurisprudenza".

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