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Giovedì, 18 Aprile 2024
Incidenti stradali Acilia / Via di Acilia

Vigile transenna una buca, pirata della strada lo investe: preso dopo inseguimento

Il pirata alla guida di una Smart è stato fermato sulla Colombo all'altezza di via di Mezzocammino

Ha investito in pieno un vigile ed è scappato. E' successo oggi, intorno alle 11, in via di Acilia. Vittima un agente del gruppo Gpit della Polizia Locale che stava transennando la strada con gli addetti dell'Ufficio Tecnico del X Municipio per la riparazione di alcune buche presenti in strada. A centrarlo in pieno un uomo di 50 anni alla guida di una Smart che, dopo l'investimento, è fuggito per via Cristoforo Colombo.

Sulle tracce dell'auto pirata un secondo agente della Polizia Locale che ha fermato il 50enne sulla Colombo all'altezza di via di Mezzocammino. Nel tragitto la Smart ha anche più volte tentato di speronare l'auto della Polizia Locale che lo inseguiva, rischiando di causare altri incidenti. 

Frattura alla spalla per il vigile

Il vigile è stato trasportato in codice verde all'ospedale Grassi di Ostia per precauzione. L'agente ferito ha poi avuto 30 giorni di prognosi a seguito di una frattura alla spalla. Non è grave. Il 50enne italiano alla guida è stato portato in Commissariato in stato di fermo. Via di Acilia, proprio questa mattina, era stata chiusa per la presenza di radici e buche. 

La dinamica dell'incidente

La Smart, secondo la ricostruzione fatta dalla Polizia Locale, proveniva da via di Acilia in direzione Cristoforo Colombo, sorpassando la fila ferma al semaforo. All'alt della pattuglia, l'uomo alla guida si è prima rifiutato di esibire i documenti, ripartendo poi in direzione Roma nonostante uno degli agenti si fosse messo davanti al veicolo per impedirne la fuga.

A seguito della ripartenza l'agente è stato ferito e sbalzato a terra: una delle due colleghe, vista la scena, è partita all'inseguimento del fuggitivo bloccandolo. Altre pattuglie, giunte immediatamente in ausilio, hanno poi preso in consegna l'uomo.

I commenti dei sindacati

Immediato il commento del Diccap Roma: "In bocca al lupo al collega ed auguri di pronta guarigione. Per fortuna non sembra sia grave. Il nostro lavoro è quanto di più distante ci sia da un impiegato, mentre il nostro contratto è quanto più vicino ci sia. La strada non viene neanche considerata come nostro luogo di lavoro dalla normativa sebbene tutti dicano il contrario e proprio li ci cerchino e ci vogliono. Siamo invisibili agli occhi del legislatore, forse è per questo che ci investono per strada".

A far da eco anche Marco Milani, Coordinatore Romano UGL: "Questi episodi, come pure le aggressioni subite nei servizi all'interno dei campi nomadi, nella lotta al commercio abusivo, negli sgomberi e nelle attività di contrasto alla criminalità diffusa, sono ormai quotidiani. Urge una legge di riforma nazionale, che tenga conto delle particolari caratteristiche del lavoro svolto dai poliziotti locali d'Italia, equiparandone tutele e status giuridico, a tutti gli appartenenti alle altre forze di polizia".  

Giancarlo Cosentino della Cisl Fp Roma Capitale e Rieti chiede invece maggiore tutela per i lavoratori: "Chiediamo a Roma Capitale che si costituisca parte civile in tutti i procedimenti penali a carico di chi commette reati contro i propri dipendenti. Auspichiamo che la Sindaca Virginia Raggi prenda posizione ed esprima con noi la piena solidarietà alla Polizia Locale di Roma Capitale. Esprimo a nome della Cisl Fp piena solidarietà al collega ferito con l'unica colpa di aver adempiuto al proprio dovere, e ribadiamo la necessita' che la Sindaca faccia altrettanto e promuova la costituzione di parte civile di Roma Capitale in tutti i procedimenti penali a carico di chi commette reati di questo tipo. L'auspicio maggiore è che la Procura della Repubblica adotti seri provvedimenti nei confronti di chi si è reso responsabile di tale vile azione nei confronti del collega, che ci sia sempre più la piena equiparazione tra le Forze di Polizia Statali e la Polizia Locale, ma soprattutto che le pene inflitte siano certe e che non vi siano né pene attenuate né tanto meno misure alternative alla detenzione, perché chi commette reati nei confronti dei lavoratori pubblici li commette contro lo Stato".  

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