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Cronaca

Giornalista portoghese sui bus non paga il biglietto per due settimane

La denuncia su Il Tempo. Due settimane di viaggio da un capo all'altro della città con il biglietto non obliterato "a caccia del controllore". L'Atac ribatte: "Controlli intensificati e 45 nuove assunzioni entro i prossimi mesi"

Due settimane di viaggio da un capo all'altro della Capitale con il biglietto non obliterato nella vana speranza di trovare un controllore. E' l'inchiesta condotta da Damiana Verucci, giornalista de 'Il Tempo', che prende di mira il servizio di controllo dell'azienda capitolina sui trasporti pubblici urbani.

"CRONISTA E PORTOGHESE SUL BUS PER DUE SETTIMANE" - L'inchiesta della Verucci parte da una constatazione: tutti coloro che non obliterano il biglietto sull'autobus possiedono la tessera? Per rispondere c'è un unico rimedio, osservare. Ed è proprio quello che decide di fare. L'esperimento parte lunedì 13 gennaio a bordo del 46B da via Torresina e prosegue per i successivi 15 giorni sugli autobus più trafficati della Capitale come il 916, l'881, il 64, il 492, il 913, il 490 e il 70. Il tutto rigorosamente con titolo di viaggio immacolato.

OBLITERATRICI GUASTE - Due settimane a bordo di 16 linee di autobus in tutto senza mai obliterare il biglietto. Ma non è tutto. Durante il viaggio la giornalista si accorge che gli unici ad obliterare il biglietto sono i turisti. Su alcuni mezzi nuovi di zecca inoltre l'obliteratrice non funziona cosicché è l'autista a "garantire" per i viaggiatori.

E I CONTROLLORI? - Di fronte alla vicenda sorge spontanea una domanda. Ma i controllori dove sono? Poche settimane fa l'annuncio del sindaco Ignazio Marino aveva sul potenziamento dei controlli a tutti i mezzi di trasporto pubblico. "Sarà perché sono una settantina in tutto su un totale che sfiora i 12 mila dipendenti?" si domanda con una vena di sarcasmo la giornalista.

LA REPLICA DI ATAC - In risposta alla denuncia del giornale arriva la replica di Atac che spiega "da mesi è in corso il potenziamento di tutta l'area della verifica proprio al fine di migliorare i processi di prevenzione e repressione dei fenomeni di evasione ed elusione tariffaria. La riorganizzazione è iniziata dal settore delle metropolitane, è proseguita nella gestione della sosta e adesso è iniziata anche nel trasporto di superficie". In quest'opera, Atac ha reso noto il raggiungimento di una serie di risultati.

OLTRE 730MILA CONTROLLI - Primo fra tutti "l'intensificazione dei controlli anti-evasione nelle stazioni del metroferro e sulla rete di superficie" che "ha condotto a un aumento delle sanzioni emesse rispetto all'inizio dell'anno, con oltre 730mila passeggeri controllati da ottobre 2013". Nel programma dell'azienda anche il "piano innovativo di riconversione professionale, che aumenterà notevolmente la presenza di personale Atac nelle stazioni. Da gennaio venti risorse sono state destinate al ruolo di operatori di stazione. A questi, a breve, se ne aggiungeranno altri 40 che sono in corso di selezione. L'azienda, inoltre, ha promosso un job posting interno per selezionare altri 45 operatori".

A questo si aggiunge l'ottimizzazione del "processo di validazione delle smart card" al fine di "scoraggiare i fenomeni più diffusi di evasione (cosiddetti accodamenti). Tale attività è cominciata nel nodo di Flaminio e gradualmente si estenderà a tutta la rete. Sulla rete di superficie l'azienda ha proceduto a una razionalizzazione dell'approccio di verifica al fine di assicurare una concentrazione maggiore sulle linee tranviarie, sulle linee di forza del servizio su gomma e sui capolinea, aumentando i livelli di controllo anche sul resto della rete di trasporto. Tutto ciò ha consentito un notevole incremento di produttività, come dimostra l'aumento del 16,2% di sanzioni emesse da settembre 2013, rispetto all'inizio del 2013". Attività, queste, che proseguiranno e verranno intensificate nei prossimi mesi.

"E' evidente" spiega l'azienda "che pur aumentando gli sforzi, la lotta contro l'evasione tariffaria non potrà essere vinta se non si aumenterà la consapevolezza che pagare il biglietto è un dovere civico. Chiunque pensasse che solo con la repressione - ossia facendo multe - si scoraggi l'evasione commetterebbe un errore di valutazione, scambierebbe la patologia con la fisiologia. E di sicuro vanno in questa direzione certi articoli di stampa che fanno credere ai cittadini che il problema sia l'Atac che 'non fa i controlli' e non chi non senta come un dovere il pagamento della tariffa che, giova sottolinearlo, è fra le più basse d'Europa. Incoraggiare la percezione che sia facile evadere la tariffa, inoltre, non fa un buon servizio ai cittadini che, lo ricordiamo, rischiano una multa fino a 100 euro se trovati senza biglietto.

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