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Cronaca

La città eternit: viaggio nella Roma dell'amianto

Da Acilia al Pigneto, da Tor de' Cenci al Tuscolano, tra bonifiche, incendi e rifiuti nocivi: secondo Legambiente Lazio, sono circa 700 le tonnellate che rivestono i palazzi romani

Legge 257: non una legge qualsiasi, quando si parla di amianto. La 257, infatti, è la legge del 1992 con cui questo materiale, altamente nocivo, viene messo al bando. L’articolo 1 vieta "l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto o di prodotti contenenti amianto", in maniera tassativa. La legge 257 del 1992 è stata spesso citata nel corso di un convegno alla Camera avvenuto lo scorso 14 novembre, dal titolo: "Lotta all'amianto: il diritto incontra la scienza".
Già tempo fa, poi, Legambiente Lazio sull’amianto aveva sottolineato la situazione critica: in un dossier del maggio scorso, l'associazione ambientalista aveva segnalato che sono 700mila le tonnellate di tetti e coperture in amianto da rimuovere.  Materiali che spesso – cosa preoccupante - si trovano nelle scuole.

MUNICIPIO XII - Al Municipio XII, se si parla di amianto, viene in mentre soprattutto il Velodromo, l a struttura inaugurata per le Olimpiadi del 1960 e che, nel 2008, è esplosa, sprigionando nell’aria – secondo le perizie – qualcosa come 4 tonnellate di amianto. Quella del Velodromo è una vicenda che è tuttora in tribunale, tra accuse di disastro colposo e lo stop determinato dalla richieste di nuove perizie.
Vicino c’è poi Tor de’ Cenci, dove da poco si sono tenuti i lavori di bonifica nella scuola Santi Savarino, nel cui giardino era stato rinvenuto amianto: partendo dalla segnalazione di un dirigente scolastico, l’istituto aveva avvisato l’amministrazione comunale. Quest’ultima, poi, è giunta alla rimozione del materiale dopo alcune polemiche per – secondo alcuni – i tempi lunghi dell’operazione e il reperimento dei fondi per pagare la bonifica stessa.

MUNICIPIO IV - A Settebagni, è nota la situazione della scuola primaria Giovanni Paolo I di via dello scalo di Settebagni, in cui da anni ormai da anni famiglie e docenti aspettano interventi di ristrutturazione e bonifica. Il plesso scolastico presenta infatti alcuni problemi strutturali e di degrado, con la presenza di calcinacci e, soprattutto, l'onnipresente eternit. Qui lo scorso ottobre, in una visita delle istituzioni locali, il Presidente del Municipio Cristiano Bonelli avrebbe detto di voler reperire 500 mila euro per i lavori più urgenti: sono subito dopo apparsi alcuni operai che, raccolto qualche calcinaccio, sono poi spariti. E la situazione sembra rimasta quella di prima.

MUNICIPIO X - Il quartiere Tuscolano sembra invece una zona che ha cominciato a liberarsi del materiale nocivo: qui, poco tempo fa, è avvenuta finalmente la bonifica della stazione ferroviaria, snodo fondamentale per tutti i residenti che vogliano raggiungere altri punti della città. Ogni giorno, migliaia di persone ogni giorno prendono treni: fino a poco tempo fa, però, molti di loro avevano sopra la testa eternit, che componeva il tetto di una vasta area superiore della stazione.
Altra rimozione, poi, è quella riportata dall’assessore all’ambiente di Roma Capitale, Marco Visconti, riguardante la zona di Statuario, dove lo scorso settembre era avvenuto un incendio in un campo nomadi: proprio il fuoco aveva poi permesso ai Pics-decoro di scoprire – secondo quanto scritto da Visconti su Twitter – circa 200 metri quadrati di amianto, rimossi in circa una settimana di lavoro da parte di una ditta specializzata, e sotto la supervisione dell’Asl.

amianto-2-3MUNICIPIO VI - Anche dopo le bonifiche, però, possono esserci dei disservizi: è il caso, ad esempio, dell’ex biblioteca di via Attilio Mori, al Pigneto, dove, dopo un anno e mezzo di proteste e segnalazioni, si è arrivati alla bonifica dello stabile. La struttura è posta in un perimetro che ospita quattro istituti scolastici, e per moltissimi anni le sue pareti hanno contenuto amianto: solo da poco è stata completata l’opera di bonifica.
Tutto finito? Macché. Dopo la pulizia dello stabile, questo spazio è stato dato nuovamente alla scuola Enrico Toti: il problema ora è che l’ex-biblioteca rischia di restare abbandonata, perché non vi sono né soldi né un progetto per la sua riqualificazione

MUNICIPIO VIII E GUIDONIA - Via della Tenuta del Cavaliere, a Lunghezza, oltrepassa il confine con l'VIII circoscrizione, quella delle Torri. Nel tratto finale, davanti agli occhi degli eventuali visitatori si apre lo spettacolo di una discarica illegale: materassi, calcinacci, secchi di vernice, vasi, coperte e immondizia. Ma non solo: anche due ondulati di eternit che rappresentano un pericolo per la salute delle persone.
Sempre gli ondulati si trovano più a Nord, nella zona di Guidonia Montecelio: a Santa Lucia di Mentana, in via Toscana – stradina che unisce la frazione del comune di Fonte Nuova con il casello autostradale Guidonia Montecelio  - sono svariati gli ondulati di materiale nocivo abbandonati ai lati della strada.
All'incrocio di via della Selciatella con via Romana, ci sono svariati cumuli di immondizia: da essi, spuntano alcuni cassoni di eternit, cassoni che non sono solo abbandonati ma lesionati. E la lesione è proprio la condizione più pericolosa, per l'amianto. con la rottura, il materiale si sprigiona nell'aria, e da lì danneggia gravemente l'apparato respiratorio.

LE COPERTURE ABBANDONATE ALLA STAZIONE DI ACILIA

Amianto nella stazione di Acilia



OSTIA - Tra l’amianto abbandonato in strada accanto ai cassonetti nella zona di Traiano di Dragona e le coperture lasciate nel parco della stazione di Acilia in balia degli agenti atmosferici, anche dalle parti di Ostia l’amianto è molto diffuso. Alcuni giorni fa abbiamo visto, non lontano dal parco di Ostia Antica, un piccolo deposito di rifiuti abbandonati: materassi, divani e altri mobili, ma anche amianto. Il tutto, a pochi passi dagli scavi.
Ma centrale, se si guarda all’amianto ad Ostia, è la vicenda della scuola Do.Re.Mi. Diverto, che lo scorso 10 settembre è stata teatro di un incendio.  
La vicenda: lo scorso 10 settembre, un incendio aveva colpito la struttura, che prima era stata occupata simbolicamente da alcuni esponenti di Casa Pound, i quali avevano segnalato la presenza di alcuni elettrodomestici all’interno dello stabile, a testimoniare forse la presenza di senzatetto e il rischio eventuale di incidenti. E proprio l’incidente del 10 settembre ha fatto cadere l’attenzione sulla presenza o meno dell’amianto nella scuola andata a fuoco: da un lato, l’utilizzo – immediatamente dopo l’incendio – di un misuratore atomico per rilevare la presenza del materiale nocivo, presenza non confermata.
Dopo questa rilevazione, arrivano due smentite: la prima è dei vigili del fuoco, secondo cui l’amianto era presente in fibre nelle macerie dell’incendio; la seconda è quella nata venuta fuori, al municipio XIII, in un incontro tra l'assessore ai lavori pubblici, Amerigo Olive, il direttore dell'ufficio tecnico ed una rappresentanza dei genitori della ex scuola, preoccupati. 
Ma quella della scuola Do.Re.Mi. Diverto è una storia che continua a non avere una fine chiara, visto che pochi giorni dopo queste smentite è arrivata la comunicazione dell’Asl di Viterbo, secondo cui l’amianto non era presente, aumentando così i dubbi sulla verità.

UN PASSO INDIETRO - E chiudiamo tornando a dove eravamo partiti, al convegno sull'amianto. A quella giornata Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza di Roma Capitale, era presente: ha sottolineato sia i buoni risultati conseguiti dalla collaborazione del comune con l'O.n.a. (Osservatorio nazionale amianto), ma anche alcune mancanze, come quelle della mappatura dei siti in cui è presente il materiale nocivo o la mancanza di un ufficio adibito al monitoraggio.
A Roma, infatti, il monitoraggio e la mappatura sarebbero fondamentali, se - come lo stesso Santori ha dichiarato - la soluzione migliore che l'amministrazione spesso ha trovato è stata quella dell'intervento in danno.

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