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Cronaca Tufello / Via della Bufalotta, 148

Attentato incendiario nell'ufficio di Coratti: delega al Ris per accertamenti

Il fascicolo di indagine ipotizza il reato di incendio doloso. Coratti: "Ovvio che il mix esplosivo di disinformazione, antipolitica e rabbia sociale possa causare eventi del genere"

La Procura di Roma ha delegato i carabinieri del Ris a effettuare una serie di accertamenti tecnici all'interno dell'ufficio politico di Mirko Coratti (Pd), al civico 148 di via della Bufalotta. L'ex presidente dell'assemblea capitolina, coinvolto nell'inchiesta su Mafia Capitale, è stato oggetto di un attentato incendiario nella notte fra il 3 e il 4 gennaio. 

Il fascicolo di indagine, coordinato dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal sostituto Attilio Pisani, ipotizza il reato di incendio doloso, ma, a quanto emerso, non è escluso che si possa contestare la fattispecie della detenzione e uso di materiale esplodente.

Secondo una prima ricostruzione gli autori dell'attentato incendiario sarebbero passati dal cortile posteriore e attraverso la finestra del bagno abbiano versato all'interno la sostanza infiammabile che con i vapori ha generato l'esplosione. 

Nessuno è rimasto ferito nell'incendio, ma oltre ai danni all'interno della sede del Pd, è crollata una parete interna che la divideva con un bar adiacente. Danneggiata anche un'automobile parcheggiata sulla strada. 

Intanto il mondo politico ha già condannato senza mezzi termini l'attacco all'ex esponente capitolino.  Il commissario del Pd romano, Matteo Orfini, parla di "attentato che si inserisce in un clima inquietante qui a Roma" e spera "che le forze ordine individuino al più presto sia i responsabili sia le ragione di questo gesto".

Al momento non si esclude nessuna pista per risalire alla matrice del gesto: dall'avvertimento a un'azione eclatante contro uno dei politici tirati in ballo nello scandalo emerso con l'operazione Mondo di Mezzo. Un'ipotesi presa in considerazione dallo stesso Coratti che ha sporto denuncia ai carabinieri. "Seppur indagato, ma non per associazione mafiosa, il linciaggio mediatico che ho subito in questi giorni mi ha esposto ingiustamente ad una 'pubblica condanna'" ha detto nel pomeriggio. "Ed è chiaro che il mix esplosivo di disinformazione, antipolitica e rabbia sociale possa causare eventi del genere".

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