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Cronaca Monteverde / Viale di Villa Pamphili

Monteverde: smantellata holding familiare che importava hashish da Marocco e Spagna

L'operazione, che ha visto impegnati 150 uomini, si è estesa tra Lazio e Puglia. Tra gli arrestati figurano due fratelli di origine marocchina e le loro mogli italiane. Le indagini dopo il sequestro di 40 chili di 'fumo' in un'abitazione di via Villa Pamphili

Una holding familiare dedita all'importazione su larga scala di hashish dal Marocco e dalla Spagna. E' quanto hanno smantellato a conclusione di un'indagine complessa gli agenti del Commissaritao Trevi Campo Marzo della Questura di Roma, che hanno arrestato due fratelli marocchini e le loro mogli italiane, oltre ad un 43enne residente in provincia di Bari. L'operazione scattata all'alba del 25 ottobre ha visto all'opera 150 agenti di polizia che hanno notificato le quattro ordinanze du custodia cautelare in carcere e ai domicliari, oltre a svolgere diverse perquisizioni nel Lazio ed in Puglia.

CARICO DALLA COSTA BRAVA - Gli arresti di stamattina sono successivi ad un sequestro di 40 chili di hashish effettuato dagli agenti di polizia in un'abitazione di via Villa Pamphili, a Monteverde. In quell'occasione fu uno dei fermati a portare direttamente il carico dalla Spagna, destinato ad alimentare la sua rete di spacciatori. Come al solito, i trafficanti della Costa Brava, litorale nel nord est della Spagna, gli avevano fatto da staffetta fino al confine tra Francia e Italia, dove poi proseguì il viaggio da solo.

 

Monteverde: importavano hashish da Marocco e Spagna

RENAULT CON TARGA FRANCESE - Un viaggio che un trafficante navigato come lui fu costretto a fare in quanto non riuscì, in quell'occasione, a trovare un buon autista che potesse effettuare il viaggio che con cadenza quasi bisettimanale organizza. Fu lo stesso importatore marocchino a mettersi alla guida di una Renault con targa francese e a fare da garante personalmente affinché da Roma, via corriere, non arrivarono soldi per necessari per sbloccare il 'carico'.

CHIAMATA ALLA FAMIGLIA - Solo a quel punto con il suo cellulare spagnolo potè chiamare la “Famiglia” e dire ok sto partendo, in attesa di arrivare al sicuro, viaggiando sulla via Aurelia nel quartiere di Monteverde, in un'abitazione di via di Villa Pamphili, dove un altro complice ed il fratello lo stavano aspettando per sistemare tutto.

FOUS FRERES - I due fratelli ed un amico si abbracciarono ma sapevano che c'era ancora del lavoro da fare e non potevano perdere tempo. Kamal, il primo cavallo,  era già pronto a muoversi, bisognava spacchettare i panetti di crema di hashish, ognuno contrassegnato  dal logo “FF” ( Fous Frères – i fratelli pazzi in frances ), bisogna vendere e guadagnare. A quel punto però la porta di casa si abbatté e prima di rendersene conto i due fratelli ed il socio finirono in manette, arrestati dai poliziotti del Commissariato “Trevi Capo Marzio” che da mesi seguivano, documentavano e registravano ogni loro mossa.

ATTIVITA' DI INDAGINE - Questo succedeva alcuni mesi fa, ma l’attività degli investigatori non si è fermata ed anzi quei tre arresti e qui 132 panetti di hashish sequestrati (per quasi 40 chili) hanno consentito alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, di dimostrare l’esistenza di un’associazione stabilmente dedita al traffico internazionale di droga e composta oltre che dai due fratelli, dalle loro mogli italiane e da un gruppo di  soci con compiti diversi quali autisti, finanziatori e spacciatori.

ORDINANZE CUSTODIA CAUTELARE - La mattina del 25 ottobre sono state notificate, con l’impegno di circa 150 uomini tre ordinanze di Custodie Cautelari in Carcere nei confronti dei due fratelli marocchini di 43 e 39 anni e di una delle loro compagne (di 39 anni), mentre per l'altra fidanzata ed un 43enne residente in provincia di Bari sono scattati gli arresti domiciliari.

CANALE DELLA DROGA - Unitamente agli arresti, sono state eseguite numerose perquisizione a Roma e in Puglia. Con lo smantellamento di questa holding familiare della droga, gli investigatori del Commissariato Trevi e la Procura della Repubblica di Roma, ritengono di aver chiuso uno dei principali canali di  rifornimento di hashish della Capitale.

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