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Cronaca Anzio

Lavorava su un peschereccio ma era in Italia senza permesso da 11 anni, espulso dal Paese

L'uomo è stato fermato dai militari della Guardia di Finanza a bordo del natante nelle acque di Anzio. Denunciato l'armatore

Irregolare in Italia dal 2007 e destinatario di tre provvedimenti di espulsione. A trovarlo a bordo un peschereccio che navigava nelle acque prospicienti Capo d'Anzio, un Guardacoste della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Civitavecchia. L'uomo, un cittadino tunisino, si trovava nel Paese senza permesso da undici anni ed era impiegato irregolarmente in attività lavorativa a bordo di un peschereccio di San Felice Circeo.

Irregolare in Italia dal 2007

Il controllo delle Fiamme Gialle (impegnate nel pattugliamento marittimo dell’intero litorale laziale, Isole Pontine comprese, con finalità di Polizia Economico-Finanziaria e contrasto ai traffici illeciti), consentiva di accertare l’impiego di un lavoratore irregolare di origine tunisina, entrato in Italia clandestinamente nel 2007 e destinatario da allora di ben tre provvedimenti di espulsione.

Rimpatrio e multa all'armatore 

Per questo motivo, esperiti gli accertamenti di rito presso gli Uffici del Commissariato di P.S. di Anzio-Nettuno, lo stesso veniva posto in stato di fermo, in attesa del provvedimento di rimpatrio. Contestualmente, l’armatore del peschereccio, originario di Sabaudia, che ora rischia l’arresto fino a tre anni e l’ammenda di Euro 5.000, veniva segnalato alla Procura della Repubblica di Velletri per l’impiego di un lavoratore sprovvisto di regolare permesso di soggiorno.

Il lavoro della Polizia del Mare 

L’intervento delle Fiamme Gialle conferma il ruolo di “Polizia del Mare” del Corpo della Guardia di Finanza, in prima linea nella difesa delle frontiere marittime nazionali e comunitarie e nel contrasto a tutte le forme di lavoro irregolare, specialmente quelle connesse allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria, alla quale non viene garantito alcun diritto ed alcun tipo di sicurezza sui luoghi di lavoro. Da qui la vocazione sociale della Guardia di Finanza, sempre accanto alle categorie più deboli e meno tutelate, a salvaguardia dell’economia legale.

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