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Cronaca Guidonia Montecelio / Via Albuccione

Roghi, furti e degrado: la guerriglia di Guidonia solo la punta dell'iceberg

Cause ed effetto della notte di violenza

Una settimana, tanto è passato dalla notte della guerriglia di Albuccione di Guidonia, quando italiani e rom si sono affrontati in strada, schierati in due fazioni dietro le barricate, con un fitto lanci di sassi e pietre. Una polveriera, l'ennesima, dove le tensioni non si sono ancora sopite con una convivenza tra residenti ed abitanti della vicina baraccopoli sempre più difficile, ed i rapporti di vicinato pronti a riesplodere da un momento all'altro. Per comprendere cosa bolle nel pentolone della borgata della prima provincia romana bisogna però capire il contesto nel quale si è sviluppata la 'battaglia'. A spiegare bene cosa sia accaduto e cosa potrebbe succedere ancora ad Albuccione gli stessi abitanti della popolosa frazione del Comune della Città dell'Aria. 

Il campo rom di Albuccione

Roghi tossici, furti e degrado. Sono questi i tre ingredienti che hanno condito il piatto alla guerriglia di Guidonia. Problemi comuni anche alle periferie romane che ad Albuccione si ripropongono con lo stesso impatto. Cresciuto esponenzialemente dopo la dismissione del Casilino 900, il campo rom di via dell'Albuccione si presenta come una vera e propria cittadella, composta da casette in legno e muratura. Un lunga striscia di terreno, di proprietà della Asl (l'ex Santo Spirito), che si sviluppa dalla via Tiburtina sino a ridosso delle case popolari di via Aldo Moro, a due passi da una scuola ed un parco giochi. 

Lotta per le case

"Qui ad Albuccione è pieno di nomadi, ma la colpa è anche nostra - spiega Giuliano Schedarna, presidente del circolo Arci della borgata - . Noi veniamo da una forma di lotta per le case ma abbiamo tollerato troppo, il Comune poi ha permesso che da dieci i rom diventassero cento, duecento, cinquecento e via dicendo. Adesso che facciamo la guerra tra poveri?".

Orti urbani venduti ai rom 

Originario di Pietralata, ad Albuccione da 44 anni dopo l'assegnazione di una casa popolare, Giuliano Schedarna ci mostra una maxi discarica sotto il proprio balcone, dove un tempo c'erano degli orti urbani coltivati dagli stessi residenti. "All'arrivo dei primi rom gli stessi abitanti hanno cominciato a vendergli queste baracche, poi sono arrivati altri nomadi, altri ancora e la situazione è sfuggita di mano. Le colpe le ha il Comune, i Sindaci hanno tollerato troppo. Quello che è successo la scorsa settimana e perchè la gente è già esasperata, poi viene attizzata e succede quello che è successo". 

VIDEO: parola ai cittadini 

Roghi tossici e camminanti

Proprio nell'area dove c'erano gli orti urbani ci fu una prima battaglia dei cittadini di Albuccione. In quel lembo di terra posto fra la via Tiburtina e via Albuccione si erano infatti insediati dei camminanti siciliani a bordo delle loro roulotte. Troppo vicini alle abitazioni gli stessi vennero fatti allontanare con una ordinanza di sgombero. In compenso dal campo adiacente hanno cominciato e prendere corpo i primi "roghi tossici". "Proprio in relazione a questo problema - spiega un portavoce dei cittadini di Albuccione - è scaturito un esposto fatto alla Procura, qualche mese fa". 

Fuori dal centro abitato 

Un vasto campo che si sviluppa dietro un parco giochi, una scuola ed una centrale elettrica. "Noi non è che non vogliamo i rom, se si vogliono integrare lo devono fare come si deve. Così non possono più vivere, non possono più stare - spiegano ancora gli abitanti di Albuccione -. Il Comune  prenda atto di fare un sito apposta per loro, se non ha i fondi li chieda alla Comunità Europea. Per poterli sistemare fuori dai centri abitati dandogli un modulo abitativo. Non è un problema di razzisti, noi non lo siamo. Nelle case dove abitiamo noi ci abitano rom, rumeni, persone di colore e africani. Abbiamo sempre vissuto insieme. Spero che il Prefetto di Roma convochi il Sindaco, le forze dell'ordine, ed aprano un tavolo per poter sistemare questi rom. In questi terreni della Asl non possono più stare".

 
Furti alla scuola

Cresciuto a ridosso della scuola di via dell'Albuccione, sono molte le mamme preoccupate del futuro dei loro figli. Sono alcune di loro a raccontare di come la scuola abbia subito nel tempo intrusioni e furti, "costringendoci a raccogliere i soldi per ricomprare il materiale rubato". All'uscita dei loro bambini dalle lezioni sono le stesse donne di Albuccione a parlare: "Sfasciano, rubano e poi i cattivi siamo noi di Albuccione. Io vivo qui dal 1985 con mia madre, ho tre figli, ma non sono sicura nel farli uscire. Loro vivono in casa, esco per portarli a scuola e torno a casa, la paura è tanta". 

Lontano da Albuccione

"Ho un bambino qui ed un altro grande - racconta un'altra mamma fuori la scuola - . Lui terminerà l'asilo qui ad Albuccione poi però lo porto via come ho già fatto con il grande. Sono aumentati troppo gli zingari, in maniera assurda, non si vive più". "La realtà è difficile nel complesso - aggiunge un'altra madre -, questa situazione la aggrava. E' già una lotta fra di noi, loro non fanno altro che gettare benzina sul fuoco". 

Degrado chiama degrado

Furti, roghi tossici ma anche degrado, come raccontano in molti e come spiega bene un'altra residente storica di Albuccione: "E' il problema di tutte le borgate, lasciate al degrado e lasciate a loro stesse. Le case sono del Comune di Roma e noi facciamo parte del Comune di Guidonia, quindi non sappiamo a chi rivolgerci. Il gas a casa mia me lo sono messo per conto mio. Ho speso 2mila euro, quando i due Comuni hanno litigato per anni magari su chi doveva pagare gli ultimi 200 metri, questo è uno dei problemi. Hanno abbandonato la borgata, poi il degrado viene da sè. Più la borgata è degradata e più la gente si comporta male, anche noi, detti cittadini civili, senza distinzione di sorta". 

Tensioni mai sopite

Nonostante l'attenzione mediatica, i controlli fissi delle forze dell'ordine e le visite delle istituzioni, ad una settimana dalla guerriglia la situazione di Albuccione è ancora tesa. I residenti continuano a guardare i giornalisti con fare sospetto: "Andate via" si sente gridare da dentro i cortili della case popolari "siete dei parassiti, dei servi, sino a ieri non sapevate nemmeno che esisteva Albuccione". 

Ferito nella guerriglia di Guidonia

Passata alle cronache come la guerriglia di Guidonia, nel corso degli scontri rimase ferito un ragazzo di 31 anni, Francesco Leonardi. Ancora in convalescenza a parlare di quanto accaduto al figlio è la madre, Patrizia Rinaldi: "Quella sera stavano investendo una bambina con la mamma. Noi eravamo andati da loro per parlare ed hanno cominciato a tirare i sassi, mio figlio non se lo aspettava ed ha preso una mattonata sul volto. L'ho visto con la faccia spaccata, piena di sangue. Ha la mascella fratturata che gli compromette l'orifizio nasale e non può respirare, e non paga nessuno".  "Non siamo razzisti - conclude Patrizia Rinaldi - non avevamo problemi con loro. Ma se poi scorazzano con la macchina, si ubriacano, rubano i panni stesi non possiamo che arrabbiarci. Io se ne vedo uno la faccia come l'hanno spaccata a mio figlio gliela spacco". 

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