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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Da Palazzo Raggi alle Torri dell'Eur, l'ombra delle tangenti sulle pratiche edilizie

Come riporta La Repubblica, tra gli altri sono sotto accusa l'ex dirigente del dipartimento Antonio Fatello, oggi al dipartimento Mobilità, e l'ex assessore alla Trasformazione Urbana della giunta Marino, Giovanni Caudo

Non solo Palazzo Raggi. Ma anche l'ex Zecca dello Stato in piazza Verdi, destinata a diventare un hotel di lusso; un megastore sulla via Flaminia; il progetto di riqualificazione delle Torri dell'Eur per le quali sarebbero stati pagati oneri concessori minimi. Sono diverse le pratiche al vaglio degli inquirenti nell'ambito dell'inchiesta per corruzione che ha coinvolto il IX dipartimento capitolino, quello all'Urbanistica. Come ricostruisce La Repubblica sull'edizione odierna, i casi sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori coordinati dal pm Erminio Amelio potrebbero aumentare. 

Decine di pratiche edilizie che, questo è al vaglio degli inquirenti, potrebbero essere state agevolate da mazzette. Tra gli altri, nell'inchiesta, sono sotto accusa il costruttore romano Domenico Bonifaci, l'ex dirigente del dipartimento Antonio Fatello, oggi alla Mobilità, e l'ex assessore alla Trasformazione Urbana della giunta Marino, Giovanni Caudo. 

La notizia si è allargata con il passare dei giorni. E l'ex assessore Caudo, oggi tornato al suo impegno universitario a Roma Tre, non ha mancato di far sentire la sua posizione. Sabato una replica al Corriere della Sera che, in un articolo pubblicato il 20 febbraio scorso, ha spiegato che il nome dell'ex titolare della poltrona all'Urbanistica sarebbe emerso nel corso di alcune intercettazioni. A riguardo Caudo ha chiesto una replica: “Il mio nome è stato accostato alla parola tangenti in modo incauto. È una scelta suggestiva quanto sconcertante che mi obbliga a far ricorso al diritto di replica” scrive. “Nel mio ruolo di assessore ho promosso, in pieno spirito di collaborazione con il lavoro della magistratura, la sospensione in autotutela della delibera del piano di recupero del mio predecessore e approvata dalla giunta Alemanno. Pertanto è anche grazie a me che è stato bloccato un intervento della precedente amministrazione che risultava illegale” scrive riferendosi a Palazzo Raggi. 

“Ho preparato poi la delibera di annullamento del piano di recupero e stavamo preparando la delibera di riproposizione nei modi e nei termini previsti dalla legge per un nuovo piano di recupero. Con il segretariato e l’avvocatura, per evitare richieste di danni al Comune da parte del privato, si stava valutando se i due atti dovessero essere contestuali o presentarli in momenti diversi. Poi l’esperienza amministrativa si è interrotta e il prefetto Tronca ha concluso l’iter della delibera di annullamento del piano di recupero, che avevo cominciato a preparare” ha concluso ribadendo la propria fiducia nel lavoro della magistratura. 

Non solo repliche. Il giorno seguente Caudo ha fatto sapere di aver intrapreso le vie legali: “A fronte della inaccettabile e incredibile ondata di fango riversata sulla mia persona dalle pagine odierne del Messaggero , edito da una società che fa capo all'ingegner Francesco Gaetano Caltagirone, ho dato mandato ai miei legali di tutelare la mia onorabilità in tutte le sedi giudiziarie” ha scritto a proposito di presunte tangenti versate al Campidoglio per la realizzazione di un megastore in centro e per la ricostruzione delle torri dell'Eur.

Sulla vicenda si è espresso anche l'ex sindaco Ignazio Marino che ha scritto su Facebook: "Per poche persone provo ammirazione come per Giovanni Caudo, al centro in questi giorni di una vergognosa operazione di killeraggio mediatico. Come è noto, Giovanni è un docente universitario ed è stato un eccellente, innovativo e rigoroso assessore all'Urbanistica nei 28 mesi della mia Giunta. Con me ha condiviso e condivide l'idea di una città al servizio dei propri cittadini e non dei potenti, delle consorterie e degli speculatori che per decenni a Roma hanno fatto il bello e il cattivo tempo. E, purtroppo, non intendono smettere. E' inaccettabile vedere come alcuni organi di informazione romani conducano in questi giorni contro Giovanni Caudo una sistematica quanto scorretta campagna di demolizione, associando arbitrariamente il suo nome a vicende e pratiche frutto di decenni di malcostume che Giovanni, con il mio convinto sostegno, sin dal primo giorno, ha combattuto". Conclude Marino: "Giovanni paga la sua intransigenza, la sua onestà, il suo rifiuto di piegarsi alle forze che hanno devastato interi quartieri di Roma e che, senza il lavoro serio e onesto di persone come lui, continueranno indisturbate a devastarla".

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