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Cronaca

Cafasso: la procura riapre il caso, è omicidio volontario?

Dopo la morte di Brenda la procura di Roma vuole vederci chiaro anche sulla morte del pusher dei trans, morto ufficialmente per arresto cardiaco, ma su cui sono stati avanzati numerosi dubbi. La cocaina era tagliata male?

La morte di Brenda ha fatto “risorgere” il caso Cafasso, il pusher dei trans, coinvolto nel caso Marrazzo e morto in circostanze misteriose il 12 settembre nella stanza di un hotel sulla Salaria. Fino a ieri tutti, o quasi, erano certi che Cafasso fosse morto un arresto cardiaco. Le indagini della morte di Brenda e le accuse della sua famiglia (“mio figlio è stato ucciso”, ndr) hanno spinto la procura a riaprire il caso e probabilmente nei prossimi giorni si procederà per omicidio volontario.

Secondo l'ipotesi della procura Cafasso potrebbe aver assunto senza saperlo una dose o troppo pura o tagliata male di cocaina che avrebbe determinato il decesso per arresto cardiaco. Cafasso, secondo i carabinieri accusati dalla procura di aver tentato un ricatto ai danni di Piero Marrazzo dopo averlo sorpreso con Natali il 3 luglio scorso in un appartamento di via Gradoli, è colui che avrebbe girato e tentato di piazzare a qualche organo di informazione il video di pochi minuti che ritraeva l'allora governatore del Lazio in compagnia del trans.

Dopo la morte di Cafasso, la procura aveva disposto l'autopsia e gli esami tossicologici i cui esiti sono in arrivo per questa settimana.

Intanto oggi sulle pagine del Corriere della Sera un trans, Jennifer, rivela dei particolari su quella sera del 12 settembre all'hotel Romulus: “Ero lì con lui quando ha cominciato a sniffare cocaina. L’abbiamo assaggiata, ma io ho sentito subito che era amara e non l’ho più voluta. Non mi piaceva”. Dopo quella sniffata Cafasso si addormenta per non risvegliarsi più.
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