rotate-mobile
Cronaca

Alluvione, i geologi del Lazio: "Le istituzioni si prendano le proprie responsabilità"

Tre mesi fa l'intervista di RomaToday al presidente dell'Ordine, Roberto Troncarelli, che allertava sui rischi geologici presenti in tutto il Lazio. Oggi il nuovo appello: "Abbiamo proposto presidi territoriali ma siamo ancora in attesa di risposta"

"Dovremmo essere i 'tecnici del giorno prima' e non di quello dopo". Così nell'intervista realizzata dalla nostra redazione lo scorso novembre il presidente dell'Ordine dei geologi, Roberto Troncarelli, aveva polemizzato sulla scarsa considerazione delle istituzioni e dell'opinione pubblica verso le problematiche geologiche. E di certo non si era sbagliato. Allora, partendo dalla tragedia abbattutasi in Sardegna, Troncarelli elencò una serie di problematiche tra cui il rischio alluvione che da anni attanaglia la Regione Lazio. Oggi alle sue parole, che ritornano pesanti come un macigno, si aggiunge un nuovo appello in cui si chiede alle istituzioni di assumersi le proprie responsabilità in merito all'alluvione abbattutasi nella Capitale negli scorsi giorni.

"Sono ormai anni che assistiamo agli stessi scenari, e spesso nelle stesse zone" spiegano i tecnici. "Che il dissesto idrogeologico sia un'emergenza gravissima per il nostro paese l'Ordine dei geologi del Lazio lo dice ormai da decenni. Nella nostra Regione 372 comuni, il 98% del totale, hanno almeno un'area a rischio di frana o di esondazione, in cui è a repentaglio la vita umana e più di 350mila cittadini vivono in aree potenzialmente a rischio idrogeologico".

"Alla rapida espansione urbana e alla crescita degli abitati e delle periferie metropolitane, con conseguente impermeabilizzazione di estese superfici quasi mai è seguito l'adeguamento delle infrastrutture per lo smaltimento delle acque meteoriche" denuncia il presidente Roberto Troncarelli. "A volte si è giunti ad urbanizzare e edificare intensamente anche aree di naturale pertinenza fluviale o comunque facilmente inondabili, così che oggi ci troviamo di fronte a una situazione in molti casi irrimediabilmente compromessa, dove è difficile, quando non impossibile, realizzare anche gli interventi di messa in sicurezza. Ma la politica e gli amministratori si ricordano solo il giorno dopo che il dissesto idrogeologico è un'emergenza nazionale".

Le leggi in materia di difesa del suolo ci sono così come ci sono i Pai, Piani di Assetto Idrogeologico, che individuano le aree a rischio e le misure per la sua mitigazione. "Bisognerebbe mettere in pratica quel piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio, che da anni i geologi continuano a considerare urgentissimo. Ripeto ormai da tempo immemore che noi non dovremmo avere un minuto libero. Invece i geologi presenti all'interno delle strutture pubbliche sono ancora troppo pochi e i liberi professionisti scarsamente impegnati. Siamo stanchi di dover ribadire tutto questo solo quando si verifica una situazione emergenziale".

L'Ordine dei Geologi Lazio, che da tempo sensibilizza le istituzioni e gli enti preposti al governo del territorio nelle situazioni di emergenza, di previsione e prevenzione di questi rischi, ha anche istituito al suo interno un Gruppo di Protezione Civile. "E' necessario tuttavia" rimarca il presidente dell'Ordine "che le stesse istituzioni mostrino maggior sensibilità, interesse, e si assumino le loro responsabilità nei confronti di problematiche che investono tutela del territorio e sicurezza dei cittadini, altrimenti tutto il bagaglio di conoscenze scientifiche rimarrà inutilizzato. Non si può più pensare di ridurre i livelli di rischio per le popolazioni solo attraverso opere di difesa, ma bisogna creare una nuova consapevolezza nei cittadini affinché si impegnino a contribuire alla mitigazione del rischio tenendo comportamenti corretti, poiché ormai dobbiamo imparare a convivere con questo rischio".

Un'altra azione fondamentale per ridurre i rischi presenti è "assicurare la manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua, dei versanti e delle opere esistenti, ma" rimarcano i geologi del Lazio "anche la delocalizzazione di insediamenti ed attività a rischio, il potenziamento delle reti di monitoraggio e dei sistemi di pre-allertamento. Il nostro Ordine, così come fatto da altri ordini regionali, già da tempo ha proposto alla Regione Lazio l'attivazione di presidi territoriali, di supporto agli enti locali. Purtroppo siamo ancora in attesa di risposta".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Alluvione, i geologi del Lazio: "Le istituzioni si prendano le proprie responsabilità"

RomaToday è in caricamento