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Cronaca

Roghi tossici nelle periferie: anche Roma ha le sue 'terre dei fuochi'

Il Parco delle Valli, tra Conca d'oro e Val d'Ala, Tor Sapienza, Ponte di Nona, Muratella, Magliana. Dove c'è una tendopoli ci sono gli ormai noti fumi alla diossina che costringono i cittadini a barricarsi in casa

Fumo nero, denso, irrespirabile, che costringe i romani a barricarsi in casa serrando bene le finestre. Troppe le zone dove i roghi sono all'ordine del giorno, diventati parte di un paesaggio avvolto nella nebbia. Una mappa sempre più fitta di piccole 'terre dei fuochi' che stanno mandando all'esasperazione i cittadini. 

Plastica, oro rosso, ferro: quello che viene raccolto dai cassonetti o recuperato con furti e rapine, finisce ad alimentare i roghi che si innalzano da baracche e accampamenti abusivi. Si brucia per recuperare il materiale vendibile, vedi il rame dai cavi elettrici, si accendono braci di fortuna per cucinare, o semplici falò per scaldarsi. Si bruciano i rifiuti, quelli che si accumulano in montagne che diventano ingestibili. Le fiamme sono in tutta Roma. Ma il primato, triste, è della periferia est. 

VIA SALVIATI - Intorno ai due campi rom di via Salviati, a Tor Sapienza, i cittadini si lamentano da sempre. L'ultimo rogo, forse tra i peggiori, è del 7 dicembre. Un sabato che i residenti hanno passato chiusi in casa circondati da una nuvola di fumo carica di diossina, composto chimico notoriamente tossico derivante da generiche forme di combustione. Il fuoco è divampato in tarda mattinata e ha richiesto l'intervento dei Vigili del Fuoco che hanno impiegato due ore per spegnerlo. Il materiale ha continuato a sprigionare fumo fino a notte fonda.  

Rogo tossico in via Salviati

 

VIA DI SALONE - Quadro analogo a Ponte di Nona. C'è un campo rom, in condizioni disastrose, e gli incendi fanno parte dei disagi che i cittadini sono costretti a sopportare, quotidianamente. Nel tempo manifestazioni e proteste non sono mancate, i comitati di quartiere si sono fatti sentire e i politici locali hanno raccolto, chi più chi meno, le istanze dei residenti. Per ora i risultati sono scarsi se non nulli. 

Incendio in via di Salone

PARCO DELLE VALLI - Altra area 'infuocata' è nel III Municipio. Il verde del Parco della Valli, tra Conca d'Oro e Val d'Ala, è spesso sovrastato da nubi tossiche di fumo bianco, ben visibili agli abitanti del territorio di Montesacro. Visibili, e respirabili. Odori nauseabondi e aria insalubre tocca anche a loro. La provenienza sono sempre le baraccopoli, che nell'area verde gestita da Roma Natura spuntano come funghi. Anche qui ci si scalda, si cucina, si brucia il rame. Per la gioia dei cittadini, che puntualmente segnalano la piaga. 

Parco delle Valli, tra baracche e fumi

MURATELLA E MAGLIANA - Spostandoci verso sud troviamo un'altra porzione di territorio costretta a vivere in mezzo ai fumi tossici. L'area del campo nomadi di via Candoni e insediamenti abusivi limitrofi, ai lati di via della Magliana, creano gli stessi identici problemi. E a proposito di Magliana il quartiere combatte da anni con le 'fonderie' che occupano il Lungotevere e che al calar del sole sprigionano la loro nebbia avvelenata. A ottobre i comitati di quartiere sono scesi in piazza. Il messaggio è stato chiaro: che le istituzioni aprano gli occhi, e intervengono al più presto con azioni risolutive e non di facciata. 

LA NUOVA LEGGE - Il decreto Terra dei Fuochi, licenziato da Palazzo Chigi per l'emergenza campana, potrebbe fare al caso anche di Roma. “Il DL introduce innovazioni normative utili per sconfiggere una volta per tutte i roghi di rifiuti che avvengono ogni sera nei pressi dei campi nomadi autorizzati e non. 

La norma parla espressamente di fuochi appiccati a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate, pertanto applicabile ad ogni fattispecie che realizzi tale illecito, inclusi i roghi tossici nei campi nomadi”, così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, componente della commissione Ambiente e già Presidente della Commissione Sicurezza Urbana di Roma Capitale.

“Si tratta di una novità importante, un’ordinaria applicazione delle nuove norme dovrebbe in poco tempo portare alla reclusione di buona parte dei cittadini che commettono questo genere di reato ambientale e, in ultima analisi, snellire il lavoro dei Vigili del Fuoco, migliorare le condizioni ambientali di molti quartieri della città e anche interrompere l’odiosa filiera del ferro e del rame che alimenta microcriminalità, degrado e furti”, conclude Santori.

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