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Cronaca Zagarolo

Film e partite a prezzi stracciati, smantellata organizzazione. Decriptava i segnali delle pay-tv

L'Operazione Spin off tra Svizzera, Germania, Spagna e Italia. Una delle centrali operative a Zagarolo

Quarantanove indagati per reati in materia di pirateria audio-visiva e riciclaggio. Tra di loro 12 per il reato di associazione a delinquere, fra cui cinque cittadini italiani promotori del sistema. Fra loro un 37enne di Zagarolo, destinatario di una misura cautelare agli arresti domiciliari. A sgominare l'organizzazione criminale dedita all'illecità decriptazione e diffusione di contenuti pay per view sono stati i finanzieri del Comando provinciale di Roma nell'ambito di una indagine denominata Operazione Spin Off. 

Operazione Spin Off

Oltre 150 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione, in 20 provincie di 11 regioni, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di 5 persone, nonché a oltre 50 perquisizioni.

Indagini a livello europeo 

L’operazione ha riguardato anche Svizzera, Germania e Spagna con la collaborazione, rispettivamente, della Polizei Basel-Landschaft, della Kriminal Polizei e della Policia Nacional, dirette dalle rispettive Autorità giudiziarie, a loro volta attivate tramite due rogatorie internazionali e un ordine di indagine europeo.

Decpriptazione e diffusione contenuti pay per view

Attraverso indagini tecniche e “sul campo” e la meticolosa ricostruzione dei flussi finanziari, veicolati prevalentemente mediante carte di credito prepagate o piattaforme web di pagamento, gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Capitale hanno ricostruito l’attività delittuosa di una struttura criminale piramidale dedita all’illecita decriptazione e diffusione di contenuti televisivi pay-per-view attraverso la rete internet.

Le basi operativa in abitazioni private 

Fulcro dell’organizzazione erano le centrali “sorgenti” – situate presso società, attività commerciali, abitazioni private, garage e capannoni industriali – all’interno delle quali erano installate apparecchiature informatiche in grado di decriptare il segnale delle emittenti pay-tv Sky Tv e Mediaset Premium, utilizzando schede regolarmente acquistate dai membri del sodalizio o da terzi, per poi farlo confluire su server esteri appositamente noleggiati.

Abbonamenti illeciti a prezzi stracciati 

Dopo aver creato, in tal modo, il bouquet di canali, il gruppo criminale provvedeva ad abilitare i clienti privati alla visione, tramite codici di accesso, su smart-tv, personal computer, tablet e smartphone, dietro pagamento di “abbonamenti” illeciti a prezzi fortemente concorrenziali (tra i 15 e i 20 euro, a fronte di un valore commerciale di oltre 100 euro). Il volume d’affari complessivo ricostruito dal 2015 ad oggi ammonta a oltre un milione di euro.

Cinque arresti e 49 indagati 

Gli indagati sono 49 per reati in materia di pirateria audio-visiva e riciclaggio. Nei confronti di 12 di essi si procede anche per il reato di associazione per delinquere. Tra  questi ultimi figurano i 5 cittadini italiani, promotori del sistema, destinatari della misura di custodia cautelare (i primi 4 in carcere e l’ultimo agli arresti domiciliari): un 39enne residente a Lorrach (Germania), un 31enne ed un 21enne entrambi di Sarno, provincia di Salerno, un uomo di 38 anni di Pordenone, ed un 37enne residente a Zagarolo, Comune della provincia di Roma. 

Organizzazione articolata in più livelli

L’organizzazione era articolata in più livelli: al vertice operavano le cosiddette “sorgenti”, che provvedevano alla decriptazione del segnale e alla sua rivendita agli intermediari o reseller; questi, a loro volta, procedevano alla vendita del servizio ai clienti finali. A tali soggetti si affiancavano i “riciclatori”, titolari o utilizzatori delle carte di credito sulle quali confluiva il profitto dell’attività delittuosa.

Assistenza tecnica alla clientela 

Il grado di professionalità raggiunto dal sodalizio è stigmatizzato nell’ordinanza di custodia cautelare, in cui viene dato atto di “una capacità organizzativa importante e finalizzata alla costituzione di una impresa distributrice parallela in grado di fornire servizi del tutto analoghi alle aziende lecite, dalle verifiche di fattibilità all’installazione del servizio, alla fornitura mantenendo standard adeguati fino anche all’assistenza tecnica alla clientela”.

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