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Cronaca Fiumicino

Federfida diffida la Asl Roma D: "Mancano vaccini e servizi, la legge anti randagismo è inapplicata"

Il direttore è stato diffidato dall'associazione dopo le denunce di alcuni volontari, cui è stata negata una sterilizzazione, e di veterinari che sono stati costretti a finanziarla con fondi propri

Sono sempre di più le segnalazioni provenienti dai volontari della Asl Roma D che si occupano di animali randagi, e che lamentano la carenza di servizi e strutture che dovrebbero recuperare e fornire vaccini e farmaci per sterilizzare gli animali. L'allarme proviene da Loredana Pronio, presidentessa dell'associazione Federfida Onlus. Vaccini e sterilizzazioni che, secondo la legge, dovrebbero servire a limitare il fenomeno del randagismo evitando la procreazione incontrollata di cani e gatti che vivono per strada.

"Ci chiediamo come mai il problema randagismo non è stato risolto? Eppure la legge quadro che avrebbe dovuto combatterlo risale al 1991, e a distanza di 24 anni siamo ancora qui a denunciare le inadempienze delle istituzioni", ha commentato Loredana Pronio. La 'scintilla' è scoppiata negli ultimi mesi, quando l'associazione Federfida ha iniziato a ricevere le lamentele di volontari 'di strada', cui era stata negata una sterilizzazione. A detta dei veterinari della Asl Roma D, per mancanza di farmaci utili per il vaccino o anestetici. A detta della presidentessa, si è giunti al punto in cui "alcuni veterinari, pur di sterilizzare animali del territorio, hanno dovuto far fronte a questa emergenza impegnando le proprie risorse economiche".

La legge che regola il problema del randagismo prevede di combattere la proliferazione di animali cani e gatti senza padrone semplicemente riducendone le nascite, ovvero sterilizzandoli, vaccinandoli e dotandoli di microchip. Inoltre prevede che a coordinare queste attività siano le Asl territoriali, utilizzando i fondi stanziati al Ministero della Sanità.

L'associazione, perciò, ha deciso di procedere per vie legali: stando al documento di denuncia, "il problema sorge perché le delibere comunali, pur essendo state disposte a seguito delle aggiudicazioni di gare d'appalto afferenti alla somministrazione di farmaci veterinari, non risulterebbero essere state sottoscritte dalla direzione generale dell'Asl Roma D". In sostanza, per motivi ancora sconosciuti, le delibere che consentono di distribuire i farmaci per sterilizzare e vaccinare gli animali randagi, non avrebbero ancora la firma della Asl. "Dal 10 maggio", ha puntualizzato Loredana Pronio.

A detta dell'associazione, questa firma mancante ha costretto chi si occupa di cani e gatti randagi a fare riferimento alle cliniche veterinarie private. Stando, a quanto recita il documento della Federfida, infatti, "il ritardo e l'omissione nell'esecuzione di queste delibere costringe volontari, attivisti e alcuni proprietari di questi animali a rivolgersi a strutture private a pagamento, per ovviare alla grave e ingiustificata interruzione del pubblico servizio offerto". 

Perciò, ha continuato la Pronio, "quando si arriva a questo significa che un'associazione seria che viene a conoscenza di quanto sta accadendo è obbligata a far intervenire la magistratura e, se servirà, anche la Corte dei Conti. La nostra diffida al direttore generale delle asl veterinarie di Roma D è un atto dovuto e non ci fermeremo qui. Qualora non si risolva questa gravissima inadempienza saremo ben lieti di varcare la soglia della Procura delle Repubblica per sporgere denuncia nei confronti di chi parrebbe essere l'unico responsabile di questa 'interruzione di pubblico esercizio'. Se poi il direttore avrà argomenti validi per documentare la sua estraneità a quanto sta accadendo nelle asl di Fiumicino ed Ostia, allora rivolgeremo la nostra attenzione a chi di dovere. Senza dimenticare, però, che un direttore generale ha il dovere di controllare che le Asl da lui dirette siano messe nella condizione di ottemperare agli obblighi di legge".

In conclusione, recita il documento, "è dovere delle amministrazioni provvedere a tutelare la salute come fondamentale diritto, e nessuno può interrompere arbitrariamente e indiscriminatamente alcun servizio pubblico".

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