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Cronaca Settecamini / Via di Salone

Campo rom in via di Salone: "Emergenza sanitaria, primo caso di epatite A"

La denuncia arriva dai membri dell'Associazione 21 luglio. "Il virus compare in ambienti particolarmente degradati e insalubri"

Villaggi attrezzati per garantire condizioni di vita migliori alle famiglie rom e prelevarle da ambienti insalubri e insicuri? Se in Campidoglio si è sempre spiegata così l'urgenza di attuazione di un Piano Nomadi per la capitale, l'associazione '21 luglio' continua a denunciare "condizioni igienico sanitarie allarmanti" che si riscontrerebbero invece nei suddetti villaggi. L'ultima denuncia riguarda il campo di via di Salone che, a detta dei membri dell'associazione, sarebbe da un paio di settimane ostaggio di una vera e propria "emergenza sanitaria".

"Il "campo" - si legge nella nota stampa - è stato costruito per accogliere 600 persone, ma il Comune di Roma ne ha concentrate al suo interno un numero doppio mettendo a serio rischio la funzionalità dell'impianto fognario. Da circa due anni alcuni abitanti dell'insediamento e diverse organizzazioni che operano nel "campo" hanno segnalato al Comune di Roma il "collasso" dell'impianto fognario dell'insediamento, dovuto al sovrannumero degli abitanti, con costante riversamento del liquame fognario sul suolo. Nell'area del "campo" dove la fuoriuscita del liquame fognario è risultata più consistente è stato segnalato due settimane fa il primo caso di epatite A.

Tale virus, che si trasmette per via oro-fecale attraverso acqua contaminata, è diffuso in luoghi assimilabili ai campi profughi dei paesi africani e asiatici, dove gli ambienti risultano particolarmente degradati e insalubri". Secondo le informazioni raccolte dai ricercatori dell’Associazione 21 luglio, a causa della diffusione del virus, negli ultimi giorni sono stati una decina i minori rom del «villaggio attrezzato» di via di Salone ricoverati presso diverse strutture ospedaliere romane e 80 i minori sottoposti a profilassi condotta dall'ASL RmB. Per tali minori sarebbe stata prevista l'interruzione scolastica a scopo precauzionale.

"La problematica sanitaria riscontrata nell'insediamento di via di Salone - afferma l'Associazione 21 luglio -  rappresenta oggi l'esempio paradigmatico di come costruire e continuare a gestire i cosiddetti "campi nomadi" ha significato negli anni dare vita a spazi di degrado nel cuore della periferia romana, luoghi di estrema povertà, dove l'abbandono istituzionale stride con lo sperpero di denaro pubblico. E' necessaria un’assunzione di responsabilità ed è importante che l'amministrazione romana dia una risposta chiara e trasparente riguardo le condizioni igieniche degli otto "villaggi attrezzati" che, pur avendo un costo di sola gestione annuo complessivo superiore ai 5 milioni di euro, risultano essere luoghi dove i diritti fondamentali non sono garantiti e la salute dell'individuo, e del minore in particolare, non appare in alcun modo tutelata". E pensare invece che, sottolineano dall'Associazione, gli ultimi due sgomberi che hanno fatto tanto discutere, via del Baiardo e Tor de'Cenci, sono stati effettuati proprio "appellandosi a una situazione igienico-sanitaria insostenibile e urgente in cui vivevano le comunità rom".
 

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