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Cronaca

Il Tar boccia il "decreto Clini": emergenza rifiuti sempre più vicina

Il Tar del Lazio ha sospeso i trasferimenti dei rifiuti romani nel resto della regione. E ora cosa accadrà?

Stop ai trasferimenti dei rifiuti romani. Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del 15 gennaio scorso ministro dell'Ambiente Corrado Clini che prevedeva la possibilità di trasferire i rifiuti della Capitale negli impianti dislocati in tutta la regione, in deroga a quanto stabilito dalla legge regionale che invece prevede l'autosufficienza delle diverse province laziali.

Nell'ordinanza si sottolinea la "mancata completa verifica della sussistenza di una situzione di effettiva indilazionabile emergenza specificamente riferita all'impossibilità di risolvere 'in loco' la questione del trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani prodotti dai Comuni di Roma Capitale, Fiumicino, Ciampino e dello Stato della Citta' del Vaticano". In altre parole, i rifiuti di Roma possono essere trattati anche a Roma.

Tra le motivazioni che hanno portato alla sospensione anche la "mancata considerazione e valutazione analitica dei dati di fatto, i quali appaiono indicare, alla stregua dei rilievi effettuati dal Noe di Roma, la sussistenza di una quantomeno teorica capacità residua degli impianti Tmb di Roma". Per il Tar è meglio evitare di ricorrere a misure extra ordinem per "evitare l'aggravamento della situazione degli impianti siti in altri ambiti territoriali della Regione Lazio oltre i limiti consentiti da un principio di stretta necessità".

Ma non solo. I giudici riconoscono anche la possibilità che "sussistono consistenti elementi di danno imminente, evidenziati dalla parte ricorrente" dovuti a un aumento immediato delle quantità di rifiuto da trattare. Un processo che potrebbe comportare "con ogni evidenza, un impatto rilevante".

Quattro gli impianti di trattamento meccanico biologico dove il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti romana, Goffredo Sottile, aveva previsto il trasferimento dei rifiuti di Roma: Albano laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina).

Il ricorso infatti era stato presentato congiuntamente dal Comune di Albano, dalla Provincia di Frosinone e dalla società che gestisce l'impianto di trattamento meccanico e biologico (Tmb) di Colfelice, la Saf.

Il ministro Clini promette battaglia. "Il decreto del 7 gennaio 2013 ha individuato gli impianti di Tmb e quelli per la valorizzazione energetica dei rifiuti utilizzabili sulla base della capacita' residua comunicata ufficialmente dalla Regione Lazio il 24 dicembre 2012".

Questa invece la posizione del ministro sui dati forniti dai carabinieri del Noe. "Con un rapporto del 1 febbraio 2013 i Noe hanno comunicato che nel 2012, la capacità dei Tmb di Roma e' pari a 935.000 tonnellate/anno. Considerando il volume totale dei rifiuti della capitale (depurato del 30% di raccolta differenziata), la quantita' di rifiuti da trattare risulta pari ad almeno 1.400.000 tonnellate/anno, ovvero oltre 450 mila tonnellate in eccesso rispetto alla capacita' dei Tmb della provincia di Roma".

E' per questo motivo che "il pieno impiego della capacita' residua di tutti gli impianti Tmb della Regione, a partire da quello di Colfelice, che da solo potrebbe coprire oltre il 35% del fabbisogno, con una capacita' residua di 169.986,760 tonnellate annue, e' essenziale per far fronte all'emergenza". A riguardo il ministro Clini ha ricordato che "gli accertamenti svolti dal Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, che sono organo di polizia giudiziaria, possono essere contestati solo attraverso una querela di falso".

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