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Cronaca Via della Lungara

Regina Coeli: porta hashish in carcere al marito, in casa 17 grammi di cocaina

La droga è stata trovata indosso alla 50enne dalle Unità Cinofile della Polizia Penitenziaria. Il Sappe punta il dito contro il "sistema di vigilanza dinamica"

Gli hanno trovato indosso mezz'etto di 'fumo' che gli aveva appena portato la moglie durante una visita nel carcere di Regine Coeli. Rinvenuta la droga indosso al detenuto è scattata la perquisione nell'abitazione dei due dove gli agenti della polizia penitenziaria hanno rinvenuto 49 involucri contenenti cocaina per un peso di circa 17 grammi. La scoperta da parte degli agenti del Nucleo Cinofili della Polizia Penitenziaria del Lazio in un'attività di controllo presso la sala colloqui della Casa Circondariale di via della Lungara a Trastevere. 

CANE BUDDY - Secondo quanto riferito dal sindacato del Sappe a rinvenire i 50 grammi di hashish è stato il cane Buddy, successivamente, su disposizione dell'Autorità Giudiziaria, è stata perquisita anche l'abitazione della donna, dove il fiuto dei cani antidroga Spider e Vim ha permesso di rinvenire i 17 grammi di cocaina. 

DROGA IN CARCERE - Una operazione che ha trovato il commento di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: "Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri di Roma Regina Coeli e del Nucleo Cinofili del Corpo, a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere".  

BATTAGLIA SILENZIOSA - "Ogni giorno - prosegue Donato Capece - la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex, una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il Sert per chi è in trattamento, sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale".

PREVENZIONE DEI REATI - Una nota stampa nella quale il segretario del Sappe sottolinea: "Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti".

VIGILANZA DINAMICA - In particolare Capece "punta il dito" contro il sistema della vigilanza dinamica e del regime penitenziario ‘aperto’ a favore dei detenuti, che fa venire meno i controlli della Polizia Penitenziaria: “Che dire del sistema di ‘vigilanza dinamica’ e del regime penitenziario aperto? Ha senso, è rieducativo, da un senso alla pena detentiva far stare molte ore al giorno i detenuti fuori dalle celle senza però fargli fare assolutamente nulla? Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza".

EVENTI CRITICI - "Il dato oggettivo - conclude Capece - è che con la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto gli eventi critici sono aumentati. Come dimostra il rinvenimento di droga a Regina Coeli, c’è chi pensa evidentemente che vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto vogliono dire permettersi di fare tutto in carcere". 

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