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Cronaca

Divorziato da dieci anni, al Comune di Roma non risulta: non può risposarsi

Era andato a pubblicare il matrimonio con la compagna all'Ufficio Matrimoni, quando lo ha scoperto. L'uomo, ancora in possesso di una copia della sentenza di divorzio, agli uffici del Comune risulta ancora sposato con l'ex moglie, da cui ha divorziato nel 2004

Una cerimonia di nozze fissata, un ricevimento e una location già prenotati, i preparativi in corso. Sembrava un matrimonio normale. E invece no. Perché poi, all'Ufficio Matrimoni del Comune di Roma l'assurda rivelazione: lui è sposato. Eppure, era divorziato dal 2004, quando, con la ex moglie, era andato in Tribunale a depositare la sentenza. Ma per l'ufficio Matrimoni era ancora sposato. 

Roberto e Giulia (i nomi sono di fantasia), si erano sposati nel 1982. Dal matrimonio avevano avuto due figli. Dopo diversi anni, però, a fronte dei troppi litigi coniugali, avevano deciso di separarsi e poi di divorziare. Il 27 febbraio 2004 l'atto conclusivo della trafila burocratica, quando il Tribunale di Roma aveva depositato in cancelleria la sentenza di divorzio.

A quel punto, entrambi hanno cercato di rifarsi una vita. Roberto, in particolare, ha conosciuto una donna con cui ha deciso di convivere e, dopo qualche anno, di sposarsi. I due allora hanno fissato la data del ricevimento, prenotato la location e persino iniziato a pagare le prime spese. Sembrava tutto a posto, ma quando si sono recati all'Ufficio Matrimoni, l' 8 gennaio 2015 è arrivata la doccia fredda per entrambi: Roberto è sposato, e quindi non può sposarsi di nuovo. 

La sua compagna ha avuto una reazione sdegnata, accusandolo di essere bugiardo e bigamo: come conseguenza, le nozze sono state annullate. 

I tentativi di spiegazione di Roberto alla donna non hanno risolto nulla finché, dopo diverse ricerche di documenti, si è scoperta la verità: la sentenza di divorzio non è mai stata trascritta nei registri dello Stato Civile del Comune di Roma. In sostanza, non è mai stata resa operativa. Eppure, una sentenza di divorzio è esistita, perché sia lui che l' ex moglie ne avevano una copia. In ogni caso, Roberto ha dovuto rimandare il matrimonio.

A quel punto, circa un mese e mezzo fa, si è rivolto alla Fnc (Fondazione nazionale consumatori). Questa, vista la mancanza di chiarezza da parte della recente Legge, si occupa di fornire consulenze e informazioni sul divorzio breve (per gli interessati, scrivendo alla mail fnconsumatori@libero.it). L'associazione ha quindi consigliato a Roberto di presentare domanda di divorzio breve: "Sarà il primo caso in cui due divorziati divorzieranno di nuovo - ha commentato Giovanni Rossetti, della Fnc. Nessuno è ancora riuscito a capire se la mancanza sia da addebitare al Tribunale o al Comune".

Nel frattempo, la Fondazione ha in mente di far iniziare a Roberto un percorso legale: "Innanzitutto chiedendo un risarcimento danni, anche solo per i soldi che ha speso per l'organizzazione del ricevimento. Inoltre, sarà necessaria una denuncia penale per omissione o ritardo di atti d'ufficio, da presentare o al Comune o al Tribunale, in base a chi risulterà responsabile del fatto", ha aggiunto Rossetti.

Intanto, le nozze di Roberto sono rimandate a data da destinarsi; lui e la compagna potrebbero non celebrare il matrimonio prima del 2016, tempo di risolvere intoppi burocratici.

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