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Cronaca

Detenuto con meningite a Regina Coeli: trasferito d'urgenza al Santo Spirito

Disposte le procedure per la profilassi al personale di Polizia Penitenziaria

Caso di meningite a Regina Coeli. Un detenuto italiano, recluso nel carcere romano per il reato di "omicidio" è stato trasportato con urgenza all'Ospedale Santo Spirito per una visita dopo la quale gli è stata diagnosticata la malattina.

Sono già state disposte le procedure per la profilassi al personale di Polizia Penitenziaria ed ai detenuti dell'VIII Sezione detentiva di Regina Coeli. E' quanto fa sapere in una nota Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe): "Una situazione, quella sanitaria, assai problematica per le carceri, che espone il personale di Polizia Penitenziaria a rischio costanti e continui per la propria incolumità e sicurezza".

"In un recente Consesso degli esperti medici penitenziari di SIMSPE e SIMIT è stato rilevato come, nel corso del 2016, siano transitate all'interno dei 190 istituti penitenziari italiani oltre centomila detenuti. Oltre la metà dei circa 20mila detenuti stranieri è risultato positivo al test alla tubercolina che indica un pregresso contatto con il bacillo tubercolare. Queste persone non presentano una malattia attiva, ma sono a rischio di svilupparla in caso di forti stress in grado di ridurre l'efficienza del proprio sistema immunitario. Molto diffuse anche le patologie psichiatriche, ed alcune fra le più gravi, quale la schizofrenia, appaiono  notevolmente sottostimate, con appena uno 0,6% affetto da questa patologia, che rappresenta in realtà solo i pazienti detenuti con sintomi conclamati e facilmente diagnosticabili. Ma i dati più preoccupanti provengono dalle malattie infettive", conclude Donato Capece, segretario generale del Sappe.

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