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Cronaca Quadraro / Via Decio Mure

Lo street artist Diavù dice basta al progetto Muro: "Io aggredito mentre dipingevo"

Il noto artista di fama internazionale aggredito al Quadraro, insieme a un assistente, mentre ultimava un lavoro in via Decio Mure: "Non è la prima volta, siamo già stati minacciati"

Sarebbe stato picchiato mentre dava gli ultimi ritocchi a un nuovo murale al Quadraro, omaggio a una vittima della deportazione nazifascista del 17 aprile 1944. Una violenta aggressione (e, secondo quanto denunciato, non sarebbe la prima) che lo ha spinto a dire basta al progetto di street art presente da anni nel quartiere. David Vecchiato, in arte Diavù, autore di fama internazionale, non dipingerà più sui muri pubblici del suo quartiere. "Prendiamo atto del clima sfavorevole che si è venuto a creare e riteniamo che sia diventato pericoloso proseguire con il nostro lavoro a causa delle gravissime aggressioni verbali e fisiche" firmato il gruppo di 32 artisti e collaboratori di M.u.Ro, il Museo di Urban Art di Roma. Che ha dato vita a una quarantina di lavori tra il Quadraro e Tor Pignattara, alcune su commissione delle istituzioni, altre semplicemente donate alla cittadinanza. 

Era la sera del 10 aprile e Diavù stava completando un'opera in via Decio Mure, commissionata dal VII municipio. E' il ritratto di una delle vittime dell'Olocausto, vissuta al Quadraro, deceduta solo pochi mesi fa. Ma insieme all'assistente esecutivo del progetto, Giorgio Silvestrelli, sono rimasti vittime di quello che hanno raccontato come un vero e proprio assalto. 

"E' un uomo già noto alle forze dell'ordine che in passato aveva già minacciato di morte Vecchiato e già aggredito Silvestrelli". Si sarebbe scagliato contro i due, procurando a Diavù un trauma facciale e uno in zona cervicale. "Ha detto che voleva decidere i soggetti raffigurati nelle opere d’arte del progetto MURo e voleva ricavarne benefici economici" spiegano ancora i membri dell'associazione, raccontando di altri episodi di diffamazione sui social network ai danni dell'artista e del progetto. 

Da qui la decisione, non certo a cuor leggero: stop ai murales fino a che la situazione non tornerà alla normalità. "Abbiamo il fondato timore che questi spiacevoli episodi di violenza si possano ripetere nel tempo con ben altre e più gravi conseguenze". E per quanto "siamo consapevoli che l'interruzione della nostra attività è una vittoria per l'aggressore, per tutelare noi e le nostre famiglie non possiamo fare altro che chiudere qui quest'esperienza di 8 anni, augurando al Quadraro di mantenersi un quartiere sempre più fiero della propria identità". 


 

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