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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Detenuto morto, l'autopsia: “Nessuna lesione mortale”. Aperta istruttoria

Nessuna lesione interna mortale sarebbe stata riscontrata dai periti che hanno eseguito l'autopsia sul corpo di Cristian De Cupis

Arrivano i risultati dell'autopsia sul corpo di Cristian De Cupis, il 36 enne di Garbatella morto sabato scorso nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Belcolle: nessuna lesione interna mortale sarebbe stata riscontrata dai periti che, su disposizione della procura della Repubblica di Viterbo.

ARRESTO CARDIACO - I periti hanno riferito al Pm Stefano D'Arma, titolare dell'inchiesta, che, a parte alcune piccole escoriazioni sulla fronte, peraltro indicate anche nella cartella clinica, non sono stati trovati sul corpo altri segni di violenza. La loro conclusione è che il decesso sarebbe stato causato da un arresto cardiocircolatorio.

ISTRUTTORIA SULLA MORTE - Il presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino, ha però annunciato di aver avviato una istruttoria sulla morte di De Cupis, che ha denunciato di essere stato picchiato dagli agenti al momento dell'arresto. "Vogliamo accertare - ha detto Marino - di non trovarci di fronte a un nuovo caso Cucchi". Gli ulteriori accertamenti in corso, tra i quali gli esami tossicologici, diranno se l'arresto cardiaco possa essere una concausa delle patologie, in primo luogo di origine infettiva, di cui soffriva De Cupis, e dell'uso di sostanze stupefacenti che hanno segnato per anni la sua esistenza. Anche le ecchimosi sulle sue spalle che il fratello ha riferito di aver visto, hanno una spiegazione medica: si tratta di macchie ipostatiche post mortem hanno detto i medici.

L'ARRESTO -  De Cupis fu arrestato alla stazione Termini di Roma il 9 novembre per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Prima di essere bloccato, secondo gli agenti, aveva colpito con un pugno un passante causandogli la frattura del setto nasale. A causa dello stato di agitazione psicofisica in cui versava, l'uomo venne accompagnato nel pronto soccorso dell'ospedale romano del Santo Spirito.  Durante la visita riferì ai medici di aver subito un violento pestaggio dai poliziotti che lo avevano arrestato e che, da allora, avvertiva dolori alla testa.

GLI ESAMI - Fu immediatamente sottoposto a una Tac e ad altri accertamenti radiografici che, secondo quanto si è appreso, hanno escluso la presenza di traumi. Il giorno successivo, intorno alle 23, il detenuto fu trasferito a Viterbo, nel reparto di medicina protetta dell'ospedale cittadino. Durante la compilazione della cartella clinica riferì di nuovo di essere stato malmenato al momento dell'arresto. L'11 novembre fu sottoposto ad esami clinici e a un elettrocardiogramma. Le sue condizioni, compatibilmente con le patologie di cui soffriva, risultarono discrete. Secondo i medici, era però preda di una crisi depressiva. "Piangeva e diceva di non vedere una via d'uscita dalla condizione in cui versava", hanno riferito. Gli fu poi somministrato del metadone a basso dosaggio e altri farmaci. Nel pomeriggio ricevette la notizia che gli erano stati concessi gli arresti domiciliari. "Si era rasserenato e calmato - raccontano gli operati del reparto -, la sera si era fatto la doccia ed era andato a dormire".

LA MORTE - La mattina del 12 novembre, alle 5, gli infermieri lo hanno trovato morto nel suo letto. "Era ancora caldo" è scritto nel referto. "Lo avrei tenuto un paio di giorni in osservazione e poi lo avrei dimesso - ha detto il primario del reparto, l'infettivologo Giulio Starnini - aveva tutti i valori sostanzialmente a posto e nulla avrebbe fatto presagire una morte così repentina". Nelle prossime ore il Pm dovrebbe autorizzare la restituzione della salma alla famiglia per la sepoltura. Infine, il presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino, ha annunciato di aver avviato una istruttoria sulla morte di De Cupis. "Vogliamo accertare - ha detto Marino - di non trovarci di fronte a un nuovo caso Cucchi".

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