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Cronaca Piazzale Magellano

Pacco bomba a Ostia: "Forse ombra della criminalità organizzata"

Le indagini sono aperte e gli inquirenti non escludono al momento nessuna ipotesi su moventi e responsabili del pacco bomba di ieri. Per Bonelli, presidente dei Verdi: "Allarme infiltrazioni"

Un ordigno a qualche metro da famiglie e giovani sotto l'ombrellone. E l'ombra della criminalità arriva in spiaggia, probabilmente con un' intimidazione nei confronti dei proprietari di uno stabilimento balneare. Sono stati minuti di panico e sconcerto quelli vissuti dai bagnanti del litorale romano di Ostia, dove ieri un pacco bomba, per fortuna senza un reale innesco, è stato trovato all'interno di un lido.  E’ stata una telefonata anonima giunta al 113 a far scattare l’allarme con una voce maschile a riferire che all’interno dello stabilimento balneare 'Capanno' di Ostia, vi era una busta con delle scritte pubblicitarie con all’interno un telefonino collegato con dei fili ad un involucro di colore nero. Quasi in contemporanea, un bagnino addetto alla manutenzione, dopo aver notato dietro le cabine dello stabilimento una busta di cartone sospetta, ha avvertito un poliziotto del Commissariato di Ostia libero dal servizio, presente nello stabilimento. L’agente, accertando la presenza di materiale potenzialmente pericoloso, ha messo in sicurezza la zona, allontanando immediatamente i bagnanti che nel frattempo si erano avvicinati.

ATTIMI DI PAURA - Sul posto sono intervenute in ausilio all’agente, inviata dalla Sala Operativa, le Volanti del Commissariato di Ostia che hanno provveduto alla chiusura delle strade di accesso adiacenti. Contestualmente è arrivato il personale della Squadra Artificieri della Questura che ha disinnescato l’ordigno, mentre altro personale del Commissariato di Ostia, ha evacuato tutta la zona tra la paura dei bagnanti che abbandonavano la spiaggia o si rifugiavano in mare. Gli agenti hanno poi spostato il pacco ormai inoffensivo, in un prato poco distante dallo stabilimento.  L’ordigno si presentava di rudimentale fattura e in particolare era composto da un cilindro di ferro di colore nero, con all’interno dei bulloni e chiodi e una presunta sostanza di colore giallo-verdastra verosimilmente, polvere pirica, il tutto collegato ad un apparato cellulare privo di Sim Card. Pertanto il congegno non sarebbe comunque potuto essere attivato. Sono in corso indagini, a 360 gradi, da parte degli investigatori volte all’accertamento di quanto accaduto e all’eventuale rintraccio degli autori, mentre gli artificieri stanno analizzando la polvere rinvenuta.

ORGANIZZAZIONI CRIMINALI - Un gesto dimostrativo, un'intimidazione. E' questa l'ipotesi più probabile. Chi ha piazzato l'ordigno voleva mandare un messaggio chiaro, molto probabilmente nei confronti dei proprietari dello stabilimento. Ad Ostia, e non solo ad Ostia - le parole del presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli - gli stabilimenti balneari sono sottoposti alle attenzioni e alle infiltrazioni delle Organizzazioni criminali che hanno fiutato un grosso affare ed hanno la liquidità per impossessarsi delle spiagge. Avere in gestione una spiaggia non solo consente di fare alti profitti con canoni irrisori (ricordiamo che il canone di uno stabilimento balneare di 8000 metri che rende milioni di euro costa un canone di 1,20 euro a metro quadro. Circa 10mila euro annui: ossia 800 euro al mese) ma anche fare il riciclaggio dei proventi delle attività criminali".

ATTENTATO 2005 - Presidente dei Verdi che ricorda come lo stesso stabilimento al centro delle indagini sia stato oggetto di altre simili intimidazioni: "Già nel 2005 - ricorda - nello stabilimento dove ieri è stato trovato l'ordigno il ristorante è stato distrutto da un incendio. Nel luglio del 2007 fu necessario un sit-in di fronte la spiaggia gestita dalla cooperativa Social Beach per attirare l'attenzione sul fenomeno criminale legato alla gestione della spiaggia: quella spiaggia era stata strappata alla criminalità organizzata. Chi l'aveva in gestione fu oggetto di violenze e intimidazioni con la scarcerazione di presunti affiliati alla Banda della Magliana: in sintesi la malavita rivoleva indietro ciò che riteneva suo. Sempre ad Ostia la Procura di Roma dopo alcune operazioni fra cui quella Anco Marzio sottopose a sequestro uno stabilimento, il Village, finito nelle mani di una persona arrestata e definita dai Carabinieri come terminale di interessi criminali". "L'elenco degli attentati in stile racket agli stabilimenti balneari è impressionante", racconta il leader ecologista ricordando una serie di incendi ai danni di stabilimenti. Non spetta a noi dare suggerimenti alla magistratura e alle forze dell'ordine che stanno svolgendo un grande lavoro, ma è necessaria la massima attenzione nei confronti di un fenomeno che si sta dimostrando davvero preoccupante - conclude Bonelli -. Ad Ostia l'85% delle spiagge è privatizzato e si continua privatizzare anche il residuo di spiaggia libera: L'ultimo caso? La spiaggia adiacente alla tenuta del Presidente della Repubblica data in gestione con una semplice determina dirigenziale senza che fosse fatta nessuna gara".
 

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