Il corteo Fiom paralizza il centro. I commercianti: "Noi esasperati, i turisti hanno paura"
Dopo i due cortei di sabato scorso è il turno dei metalmeccanici FIOM-CGIL del Gruppo Fiat. Disagi per gli automobilisti e per gli utenti del trasporto pubblico locale
Il centro storico di Roma è stato messo ancora una volta a dura prova da un corteo. Dopo i disagi causati dalle circa 100mila persone che hanno partecipato alla manifestazione di sabato scorso “Lavoro è democrazia” indetta da CGIL, CISL e UIL, stavolta a scendere in piazza sono stati i metalmeccanici Fiom-Cgil del gruppo Fiat.
CORTEO E SIT-IN - Il corteo dei metalmeccanici è partito questa mattina alle 8 da piazza della Repubblica, per concludersi in piazza della Rotonda. Al termine i manifestanti, hanno raggiunto Montecitorio, dove hanno vita a un sit-in di protesta. Al corteo è prevista la partecipazione di circa mille persone.
LA PROTESTA - "Senza diritti siamo solo schiavi''. Questo recitava uno striscione dei manifestanti Fiom-Cgil del Gruppo Fiat. Una loro delegazione, guidata dal segretario, Maurizio Landini, ha incontrato la presidente della Camera, Laura Boldrini e il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato. "A tre anni di distanza dal piano Fabbrica Italia - che avrebbe dovuto aumentare la produzione da 700 mila a 1,4 milioni di veicoli prodotti nel nostro paese, si producono meno di 400 mila veicoli l'anno", attacca la Fiom chiedendo l'apertura di un tavolo nazionale sull'automotive a cui partecipi la Fiat.
DISAGI PER AUTOMOBILISTI E TRASPORTO PUBBLICO – A vivere una forte situazione di disagio,non soltanto gli automobilisti, che hanno dovuto far fronte alla chiusura delle strade interessate dal corteo, ma anche gli utenti del trasporto pubblico locale: sono state, infatti, ben cinquanta le linee deviate: H, 5, 8, 14, 16, 30, 38, 40, 44, 46, 53, 60, 61, 62, 63, 64, 70, 71, 75, 80, 81, 82, 83, 85, 87, 92, 105, 117, 119, 160, 170, 175, 271, 360, 492, 571, 590, 628, 649, 714, 715, 716, 780, 781, 810, 910, 916, 110 Open e Archeobus.
COMMERCIANTI ESASPERATI – I commercianti del centro storico sono fortemente provati dal numero di manifestazioni e scioperi che si susseguono a intervalli di tempo troppo brevi. Questo tipo di manifestazioni influiscono in maniera pesante sulle attività commerciali - “non si può più andare avanti in questo modo. I turisti hanno paura e non si avvicinano” - lamenta un negoziante.
TAR DIEDE IL VIA LIBERA – In effetti a guardare i numeri, i commercianti, che pur comprendono i motivi dei manifestanti, non hanno tutti i torti: in un anno nella Capitale sono state organizzate circa 600 manifestazioni, tra sit-in, cortei, marce dei metalmeccanici, No Tav, edili, dipendenti del commercio e adunate di partiti. Il via libera alla libertà di manifestare fu sancito dal Tar lo scorso anno, quando dichiarò “Illegittime le limitazioni alla libertà di manifestare nel centro di Roma”.