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Cronaca

Pena di morte, il 2011 anno positivo sul fronte dell'abolizione

In occasione del convegno "Per un mondo senza la pena di morte, No Justice without Life" si sono riuniti a Roma ministri della Giustizia da tutto il mondo per dire "stop alle esecuzioni"

Tema sempre attuale, quello della pena di morte, e che scalda il dibattito sui diritti umani in tutto il mondo. Se ne parla costantemente e forse anche per questo si può dire che il 2011 è stato un anno positivo sul fronte abolizionista: l'Illinois è diventato il 16/mo Stato degli Usa a liberarsi della pena capitale e 11 Paesi nel mondo, pur emettendo sentenze capitali, hanno continuato a non eseguire condanne. E' quanto è emerso durante il convegno "Per un mondo senza la pena di morte, No Justice without Life", che ha raccolto oggi a Roma un ventina di ministri della giustizia da tutto il mondo, nella prima delle due giornate contro la pena capitale organizzate dalla Comunità di Sant'Egidio. "L'abolizione della pena di morte dà dignità allo Stato", ha sottolineato il ministro per la cooperazione e l'integrazione Andrea Riccardi. Il titolare della Giustizia, Paola Severino, precisa che "l'Italia è in prima linea per l'abolizione della pena di morte", anche se "è un traguardo lontano, ma che va perseguito con determinazione".

La pensa così anche il ministro della giustizia francese Michel Mercier, che ha ricordato come Parigi non conceda l'estradizione in Paesi dove esiste la pena capitale, né consente rogatorie internazionali se c'è l'eventualità che il percorso processuale porti alla condanna a morte. L'abolizione è una priorità anche per l'Unione europea, che nel periodo 2007-2013 ha stanziato oltre 18 milioni di euro per progetti di sensibilizzazione contro la pena di morte definita dal portavoce di Sant'Egidio, Mario Marazziti, "violenza estrema ed errore irrimediabile". Ma le novità maggiori vengono dall'Africa, che si dibatte tra fame e guerre civili endemiche ma riesce anche a fare sorprendenti progressi sul dossier pena di morte. Nel 2010 il Gabon è divenuto il 16/mo Paese abolizionista dell'Unione africana.

Oggi, il ministro della giustizia della Guinea Conakry, Christian Sow, ha annunciato dal palco del convegno l'abolizione della pena di morte nel suo Paese. E la sua collega del Benin, Maria Elise Gbedo, avvocato che si è impegnata in prima persona per rendere illegale la poligamia, ha ricordato che il 18 agosto scorso il parlamento ha votato la legge che aderisce al secondo protocollo della risoluzione Onu del 1987, abolendo la pena di morte. A migliaia di chilometri di distanza anche la Mongolia - nel gennaio 2010 - ha introdotto la moratoria commutando tutte le sentenze capitali. Risultati positivi, dunque, anche se si è ancora lontani dalla meta. Intanto domani appuntamento al Colosseo, che alle 19 sarà illuminato contro la pena di morte, ma non solo. Manifestazioni e iniziative coinvolgeranno 1400 città in tutto il mondo.
 

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