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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Camorra a Roma: confiscati beni per oltre 38 milioni di euro al Clan Mallardo

La confisca di secondo grado sancita dalla Corte d'Appello capitolina. Fra i beni 69 immobili, società, auto e motociclette

Immobili, auto, moto, società ed azioni per un valore di oltre 38 milioni di euro. Ancora un colpo al Clan camorristico dei Mallardo a cui i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno confiscato beni mobili ed immobili. Al centro dell'indagine denominata Operazione Bad Brothers sono finiti i fratelli Domenico e Giovanni Dell'Aquila, come scrivono gli investigatori, intranei al clan camorristico dei Mallardo, Vittorio Emanuele Dell'Aquila e Salvatore Cicatelli, rispettivamente figlio e fiduciario di Giovanni Dell'Aquila, per conto del quale avevano costituito una cellula economica, operante, prevalentemente, nel territorio del basso Lazio.

CONFISCA DI SECONDO GRADO - La confisca di secondo grado, sancita dalla Corte di Appello di Roma – Sezione Quarta Penale, costituisce l’ultimo capitolo, salvo ricorsi in Cassazione, in alcuni casi già proposti, di un percorso giudiziario che ha visto il Tribunale di Latina – Sezione Penale disporre, nel giugno 2013, il sequestro di prevenzione e, nel giugno 2014, la confisca di primo grado, sui medesimi beni, ritenendo fondato il quadro accusatorio formulato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sulla base delle evidenze investigative fornite dal G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo PT di Roma.

I BENI SEQUESTRATI - Nello specifico la Corte d'Appello di Roma ha disposto la confisca dei seguenti beni: patrimonio aziendale e relativi beni di 11 società, con sede nella provincia di Latina, Napoli, Caserta e Bologna, di cui 3 operanti nel settore delle costruzioni di edifici, una nel commercio di porcellana, due nel commercio di autoveicoli, due nel settore dell’intermediazione immobiliare e tre nel settore alberghiero e della ristorazione.

MOTO ED AUTO - Oltre a ciò anche quote societarie di ulteriori 2 società, con sede nella provincia di Napoli e Bologna, operanti nel settore della costruzione di edifici; 68 unità immobiliari (site nella provincia di Latina, Napoli, Caserta, Ferrara e Bologna); 19 fra auto e motoveicoli; 15 tra rapporti bancari, postali, assicurativi ed azioni; il tutto per un valore complessivo di stima dei beni sottoposti a confisca pari ad 38.183.094 euro.

LE INDAGINI - Le complesse indagini di polizia economico-finanziaria, avviate nel 2012, hanno consentito di accertare la costante ed inarrestabile ascesa, nella Provincia di Latina, nella Provincia di Napoli ed in parte in Emilia Romagna, dei fratelli  Dell'Aquila, noti imprenditori campani, attraverso rapporti dai reciproci vantaggi con esponenti di spicco del noto clan di camorra Mallardo.

CONTROLLO DELLE ATTIVITA' ECONOMICHE - In particolare, la feroce operatività criminale del clan è stata nel tempo orientata, oltre che al finanziamento del traffico di sostanze stupefacenti, prevalentemente al controllo - realizzato con la partecipazione finanziaria o con la riscossione di quote estorsive - delle attività economiche di rilievo (attività edilizia, appalti pubblici, forniture pubbliche, commercio all’ingrosso).

"IMPRESA CAMORRISTICA" - In tal senso, emblematica è la definizione accademica della "impresa camorrista", resa da un noto pentito di camorra rispetto al modo di fare impresa del clan Mallardo: non impone il pizzo estorsivo, ma gli esponenti di rilievo di tale organizzazione camorristica entrano “di fatto” in società con gli imprenditori, di modo che questi ultimi diano una parvenza di liceità all’attività economica, mentre i camorristi partecipano direttamente ai guadagni, riuscendo, contestualmente, a reimpiegare i proventi derivanti da altre attività delittuose.

L'IMPIANTO ACCUSATORIO - Il provvedimento della Corte di Appello di Roma, del 20 febbraio 2017 ribadisce, pertanto, la solidità dell’impianto accusatorio formulato dalla D.D.A. di Roma, sia per quanto concerne la pericolosità sociale di Domenico Dell'Aquila, Giovanni Dell'Aquila e Vittorio Emanuele Dell'Aquila, ai quali è stata confermata la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di loro residenza - con la riduzione della durata da 5 ad 1 anno, in favore del solo Vittorio Emanuele - sia in ordine alla manifesta sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario ai medesimi riconducibile e la rispettiva situazione reddituale. 

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