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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Arresto Nunzio D'Erme: l'attivista condannato in primo grado a 3 anni e 10 mesi

Oltre all'esponente dei Movimenti romani condanne anche per Marco Bucci e Marco Liodino. I compagni e le compagne: "Sentenza ad orologeria"

Il Tribunale di Roma ha condannato, in primo grado, a 3 anni e 10 mesi Nunzio D’Erme, attivista del centro sociale “Corto Circuito” figura tra le più conosciute e stimate della sinistra antagonista del nostro Paese, ex consigliere comunale al Campidoglio e protagonista dei movimenti sociali nella Capitale. Condannati anche gli attivisti del centro sociale “SpartacoMarco Bucci a un anno e quattro mesi e Marco Liodino a un anno e sei mesi. E' ritenuto responsabile dei reati di "resistenza a pubblico ufficiale", "lesioni" e "procurata evasione". Lo rende noto la Federazione del Sociale USB. 

L'attivista romano dei Movimenti per la casa venne arrestato nel settembre del 2014 (qui la notizia dell'arresto). I fatti che portarono all'arresto di Nunzio D'Erme si verificarono nel maggio dello stesso anno nella sede del Municipio VII. Qui, durante un convengo istituzionale sull'educazione alla diversità a cui parteciparono anche i movimenti sociali del territorio, scoppiò un parapiglia con due attivisti di Militia Christi, intervenuti all'evento al quale avevano preso parte come spettatori. Poi l'intervento della polizia e le tensioni con le forze dell'ordine. Nel settembre successivo l'arresto di D'Erme. 

"La condanna nei confronti degli attivisti riguarda i fatti avvenuti il 21 maggio 2014 nella sede del VII Municipio a Roma dove durante un convegno istituzionale sull’educazione alla diversità alla quale presero parte anche i movimenti sociali del territorio, i partecipanti subirono un aggressione da parte dei militanti di Militia Christi, gruppuscolo fondamentalista cattolico, legato a settori dell’estrema destra. Secondo l’accusa - scrive la Federazione del Sociale Usb - nel parapiglia Nunzio D’Erme avrebbe preso parte all’“evasione” di un ragazzo fermato dalla polizia e un agente si sarebbe procurato una prognosi di 55 giorni".

Come scrivono ancora dalla Federazione del Sociale dell'Unione Sindacale di Base: "l’inchiesta della magistratura, invece di colpire e indagare sugli aggressori portò invece, nel settembre 2014, all’arresto di Nunzio D’Erme con l’accusa di resistenza e lesioni aggravata nei confronti di agenti di polizia, procurata evasione e lesione ai danni dei militanti di estrema destra Militia Christi". 

Durante le indagini preliminari il legale di Nunzio D’Erme, "l’avvocato Marco Lucentini, chiese l’incidente probatorio, e la perizia redatta da due professori dell’Università La Sapienza di Roma escluse che le lesioni riportate dagli agenti di polizia potessero riferirsi ai fatti accaduti e contestati a Nunzio D’Erme. Nonostante tutto ciò il Giudice non ha tenuto alcun conto della perizia e ha confermato le accuse emettendo la condanna a 3 anni e 10 mesi. L’avvocato Lucentini, in attesa della deposizione della sentenza, annuncia il ricorso in Appello". 

La condanna a Nunzio é una “Sentenza ad orologeria - scrivono ancora dalla Federazione del Sociale Usb - che arriva in una fase di ulteriore criminalizzazione delle lotte sociali dove a denunce e misure repressive si aggiunge l’approvazione del Decreto Salvini che chiude ulteriori spazi di agibilità politica alle lotte e ai movimenti come tentativo di fermare con ogni mezzo qualsiasi opposizione sociale nel paese, evidenziando il disegno di relegare le lotte sociali a un mero problema di ordine pubblico e di usare le condanne in maniera simbolica ed esemplare, per dare il segno di cosa possa capitare a chi voglia seguire quelle tracce

"Occorre cominciare a capire che aria sta tirando. Condanne come questa sono il sintomo del clima generale che si respira nel paese. Nunzio D’Erme è stato condannato per la sua storia, che è anche la storia di molti di noi - concludono dall'Unione Sindacale di Base -. Perché ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di saper ascoltare la gente e perché, di conseguenza, viene considerato dalla gente, cioè da molte migliaia di persone, un importante e autorevole punto di riferimento per provare a cambiare il mondo. Chiunque aspiri a trasformare questa società attraversata da razzismi e rigurgiti di fascismo, non può che indignarsi di fronte a questa condanna".

"Esprimiamo la più totale solidarietà di Rifondazione Comunista ai compagni Nunzio D’Erme, Marco Bucci e Marco Liodino condannati in primo grado da Tribunale di Roma per aver protetto un convegno sull’omofobia dalla propaganda oscurantista e razzista di un gruppo di fondamentalisti di estrema destra come Militia Christi - scrivono in una nota congiunta Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena, segretario nazionale e responsabile Democrazia e diritti di Rifondazione Comunista - . Particolarmente pesante e ingiustificata la condanna a 3 anni e 10 mesi per Nunzio, una condanna che ha un obiettivo politico evidente".

"L’accanimento contro Nunzio che caratterizza dall’inizio questa vicenda giudiziaria non può essere taciuto. E’ evidente che si è voluto dare un segnale forte già con gli arresti nel 2014 a chi a Roma fa movimento e contrasta razzismo e neofascismo che invece risultano godere di piena agibilità politica e impunità. E’ pazzesco che in questo paese non ci sia una legge contro l’omofobia e che venga perseguito chi si batte contro le discriminazioni. Come accade da troppo tempo i gruppi di estrema destra vengono protetti e chi cerca di arginarli represso. Auspichiamo - concludono Acerto e Russo Spena - il riesame da parte della Corte d’appello di una sentenza che ha pedissequamente accolto le tesi della Procura della Repubblica e della polizia giudiziaria". 

Le motivazioni che portarono nel settembre del 2014 all'arresto di Nunzio D'Erme e Marco Bucci vennero rese note dalla Questura di Roma poche ore dopo il fermo dei due: "I predetti sono indagati, a vario titolo, in concorso, dei reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e procurata evasione". "I fatti - si legge ancora nella nota della polizia di Roma del settembre di 4 anni fa - si sono concretizzati lo scorso 21 maggio, presso gli uffici del VII Municipio, ove si stava svolgendo un convegno sul tema del bullismo omofobico. Nella circostanza due esponenti del movimento ultracattolico “Militia Christi”, che avevano assistito al convegno limitandosi a consegnare un proprio documento ad un esponente politico presente al dibattito, erano stati aggrediti da un gruppo di persone riconducibili ai centri sociali con conseguente ed immediato intervento di una pattuglia della Digos. All'atto di tale intervento era stato bloccato un manifestante il quale brandiva un punteruolo contro gli operanti che lo hanno tratto in arresto ammanettandolo. Immediatamente dopo, gli altri antagonisti, approfittando della consistente superiorità numerica, avevano cercato il contatto fisico con gli operatori della Digos, strattonandoli, spintonandoli e colpendo uno di essi con un casco da motociclista, fino a garantire la fuga dell'arrestato, che si era dileguato, ancora ammanettato, nel cortile dell'edificio, seguito dagli altri correi". 


 

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