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Cronaca

Comune, 'Operazione controllo' nei centri di accoglienza per minori, l'Asgi: "Misure illegittime"

Sono circa 30 i ragazzi sottoposti in poco meno di un mese a una seconda perizia per l'accertamento dell'età. Falso ideologico e truffa ai danni dello Stato per chi viene dichiarato maggiorenne

Una protesta silenziosa ma decisa ha presidiato le entrate del dipartimento alle Politiche Sociali del Comune di Roma, in viale Manzoni. A scendere in strada un centinaio di ragazzi, quasi tutti bengalesi, residenti nei centri di accoglienza per minori della Capitale nell'ultimo mese oggetto di una 'operazione verità' da parte degli uffici comunali in collaborazione la Polizia Municipale.

Obiettivo: stabilire se effettivamente quanti sono stati dichiarati minorenni per poter accedere alle strutture lo siano realmente. In poco più di tre settimane sono circa 30 le persone, secondo quanto raccontato dai presenti selezionate in base all'aspetto, che sono state sottoposte a una seconda visita, dopo la prima effettuata da una struttura pubblica, presso l'ospedale militare al Celio. E circa 11 persone dovrebbero essere sottoposte questa settimana. “Chi viene dichiarato maggiorenne viene allontanato dal centro e denunciato per falso ideologico e truffa ai danni dello Stato” spiega Sofia dell'associazione Yo Migro, che nei centri organizza dei corsi di italiano, a fianco dei ragazzi in presidio.

Il punto più critico, per quanti stanno contestando la procedura, è il fatto che “l'operazione ha assunto la forma di un 'controllo di massa' in nessun modo legato alle responsabilità dei singoli” spiega Sofia. Anche l'Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, si sta muovendo a fianco dei ragazzi. “Questa operazione, che secondo quanto calcolato dal comune dovrebbe coinvolgere circa 800 persone, viene portata avanti in maniera illegittima” spiega l'avvocato Salvatore Fachile. “E' una procedura amministrativa decisa dal Comune di Roma e non predisposta dalla magistratura che, come abbiamo appreso dalle inchieste sulla stampa, mesi fa ha aperto un'inchiesta sulla presenza di maggiorenni nei centri. Inchiesta volta ad accertare eventuali collusioni tra l'ente pubblico e chi gestisce le case di accoglienza ma non riguarda i ragazzi ospitati”.

Al diffondersi della notizia di questi controlli, nei centri di accoglienza si è subito sparsa la paura tra tutti i presenti. “Quando gli operatori ci hanno avvisato di questa possibilità ho subito avuto molta paura” racconta un ragazzo bengalese “in Italia da circa 20 mesi” visibilmente minorenne.

Il caso che più ha creato sconcerto è quello di tre ragazzi che, in seguito alla visita predisposta dal Comune sono stati mandati al Cie di Ponte Galeria con un decreto di espulsione. Nel centro, di fronte al loro aspetto evidentemente minorenne, è stata predisposta una terza visita che ha dato esito opposto  a quanto decretato al Celio. Dei tre ragazzi, uno è risultato minorenne, e gli altri due appena maggiorenni, quindi minorenni al momento di entrare nel centro.

“L'operazione, essendo di natura amministrativa, non fornisce tutte le garanzie predisposte dal processo penale come la possibilità di essere difesi da un avvocato e di sottoporsi a una controperizia” spiega Fachile. “E' come se di fronte a un'indagine sui falsi invalidi si decidesse di sottoporre tutti a un controllo senza perseguire i singoli in base a sospetti fondati”. Inoltre c'è un'aggravante. “Tra i ragazzi 'in lista' per questa settimana ce ne sono alcuni che hanno il passaporto emesso dall'ambasciata bengalese in Italia” continua Fachile.“Dichiarare il contrario rispetto a quanto stabilito dai documenti significherebbe accusare implicitamente di aver dichiarato il falso all'ente che li ha emessi con i conseguenti problemi diplomatici che ne deriverebbero”.

Per tutti questi motivi la richiesta unanime delle associazioni che stanno lavorando in difesa dei loro diritti è quella di “interrompere subito i controlli e trovare un procedimento che assicuri garanzie e diritti a ragazzi che fino a prova contraria sono minorenni, quindi da tutelare”. Venerdì è in programma una nuova manifestazione. Questa volta In Campidoglio.

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