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Cronaca Centro Storico / Piazza di Montecitorio

Maiali a Montecitorio: gli agricoltori del Lazio in difesa il Made in Italy

Dopo la mobilitazione di mercoledì al Brennero, l'associazione di categoria chiama tutti nella Capitale. Sono centinaia i lavoratori di Roma e regione

Anche gli agricoltori di Roma e del Lazio sono in piazza Montecitorio per difendere il 'Made in Italy'. Dopo le mobilitazioni di ieri al Brennero, a Coldiretti chiama tutti i suoi soci nella Capitale. Al centro della mobilitazione, “la mancanza di una normativa chiara sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti”. Da tutta la regione si sono mobilitati circa 400 soci Coldiretti seguiti anche dai sindaci dei rispettivi paesi.

Tra i manifestanti anche il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri: “E’ inammissibile che  giungano in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri, milioni di cosce di maiale per fare i prosciutti, conserve di pomodoro, succhi di frutta concentrati e altri prodotti che, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti per l’occasione, stanno provocando la chiusura delle stalle e delle aziende agricole con la perdita di migliaia di posti di lavoro” commenta.

Ma non solo danni agli agricoltori. Il fenomeno per Granieri “oltre a danneggiare la nostra economia” diventa anche una “truffa” per i consumatori “convinti di acquistare italiano ed invece finiscono con il consumare prodotti diversi e sicuramente non all’altezza dei nostri elevati standard qualitativi”.

A dare qualche numero sulla “credibilità del marchio Italia nel mondo” il direttore di Coldiretti Aldo Mattia: il marchio è in crescita costante, “si tratta di più 7,1% nei primi mesi del 2013”, l'export è da record “stimabile 34 miliardi per quest’anno”. Un numero che  “potrebbe addirittura triplicare se non ci fossero fenomeni di imitazione e pirateria commerciale”. Contro a questo quadro, c'è il 'Falso made in Italy': “Nel mondo ha superato la cifra allarmante di 60 miliardi e sottrae al nostro Paese 300 mila posti di lavoro”.

Da qui la richiesta alle istituzioni: “Manca da parte della politica nazionale e comunitaria un’operazione coraggiosa di verità, giustizia e legalità. Così facendo ci rendiamo complici della svalutazione della nostra migliore produzione di qualità in campo agroalimentare e conseguentemente dell’inganno dei consumatori attirati da prodotti a basso costo, frutto della concorrenza sleale, con possibili rischi per la salute”.

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