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Cronaca

Rifiuti, Clini bacchetta sulla differenziata: "Mal spesi tempo e risorse"

Dal meeting di Cl a Rimini il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha espresso ancora una volta il suo giudizio negativo sulla gestione dei rifiuti nella capitale

Uno spreco di tempo e di risorse quello speso intorno al tema rifiuti, figlio di una gestione fondamentalmente inadeguata del problema. Il giudizio del Ministro dell'Ambiente è lapidario. Corrado Clini, dal meeting di Cl, torna ancora una volta a bacchettare la capitale e la sua amministrazione che, sui rifiuti, avrebbe fallito. Colpa, a detta del ministro, di un errore di valutazione delle priorità. "Da luglio 2011 fino a marzo 2012 sono state spese tutte le risorse per trovare un'altra discarica, ma l'obiettivo doveva essere quello di ridurre e recuperare i rifiuti". La raccolta differenziata sarebbe la chiave di risoluzione di una situazione che, più o meno ufficialmente, si avvicina a uno stadio emergenziale. Ma Roma, si sa, è lontana dal quel 65% stabilito dalle normative europee e ne paga le conseguenze in termini di salute pubblica e degrado ambientale.

Il dato romano sulla differenziata, ha sottolineato Clini, "é più vicino al 21% che al 24%, e poi c'é la più grande discarica d'Europa che dovrebbe essere chiusa". A giudizio di Clini "l'obiettivo nazionale e della legge europea è di ridurre i rifiuti e di dare priorità alla raccolta differenziata: speriamo che Roma, da qui a due anni, possa conformarsi agli obiettivi". Speriamo. Intanto però si registra un aumento e Ama ci tiene a sottolinearlo. "Rispetto al 17% del 2007 si registra un incremento dell'8,6% (+50% di incremento netto)".

"Nel dettaglio - si legge in una  nota -, su un totale di circa 4.900 tonnellate di rifiuti raccolte ogni giorno nella Capitale, la raccolta differenziata è pari a circa 1.254,4 tonnellate, a fronte di 3.645,6 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Su base annuale, la città di Roma produce circa 1.800.000 tonnellate di rifiuti. Di queste, circa 460.000 sono le tonnellate di raccolta differenziata e le restanti 1.340.000 di rifiuti non differenziati". Incremento o no l'obiettivo non sembra proprio dietro l'angolo, mentre lo è la chiusura di Malagrotta e la necessità di smaltire i rifiuti altrove, in attesa di raggiungere le vette virtuose del riciclo. Dove? E' la domanda delle domande che rimbalza in un ping pong senza fine tra incontri, tavoli istituzionali, proteste dei cittadini e dichiarazioni di intenti.

MONTI DELL'ORTACCIO - Ultima spiaggia, come trapelato a Ferragosto, sarebbe Monti dell'Ortaccio, 45 ettari a ridosso di Malagrotta facente parte anch'esso dell'impero Cerroni. La scelta, che sarebbe emersa dal commissario Sottile ma che già aveva alzato un polverone mesi fa, ha subito suscitato aspre polemiche. "Invitiamo il dott. Sottile a voler trascorrere un week end in Valle Galeria. Siamo convinti - affermano i due esponenti del Pdl nei Municipi Roma XV e XVI Marco Palma e Antonio Aumenta - che avrebbe modo di rendersi conto di come si vive in questo quadrante e di come il rischio di una discarica, seppur temporanea, avrebbe conseguenze ulteriormente devastanti sull'intero habitat già gravemente segnato dai precedenti insediamenti sia di smaltimento rifiuti che industriali". Che non si considerino nella scelta gli interessi dei cittadini, del resto, è un timore che si estende a macchia d'olio.

"INTERESSI PRIVATI" - "Ci opporremo al meccanismo degli interessi economici e all'ottusa indifferenza che, giocando per mesi al 'totosito' sembra averli eliminati tutti tranne, guarda caso, Monti dell'Ortaccio. Auspichiamo che dietro questo teatrino di fatalismo e incapacità non si nasconda invece la volontà di raggirare procedure trasparenti creando una società ad hoc a capitale pubblico per il 51% e per il resto privata e, guarda caso, proprio con il proprietario del sito". Ad affermarlo il consigliere Pdl di Roma Capitale Fabrizio Santori. "Una scelta del genere cadrebbe sotto la scure di un probabile ricorso al Tar - aggiunge - con la certezza di una lunga proroga per Malagrotta. Proseguire in questa direzione, lasciando spazio a una politica capitolina debole che rischia di farsi imporre le scelte dai privati è una scelta oscura, nella quale molti aspetti sono poco convincenti. Si realizzerebbe infatti un vero monopolio di dubbia legalità, attuato ignorando l'ordinanza emessa da presidente del consiglio, n. 3963 del 2011, che prevede procedure trasparenti, con espropri e gare di appalto pubbliche, che renderebbe autonoma l'amministrazione sulla gestione dei rifiuti". E comunque a Monti dell'Ortaccio si era già sottoscritto un "no" unanime.

IL "NO" A VALLE GALERIA - "Si ricorda che nello scorso giugno la commissione Politiche sanitarie di Roma Capitale e l'Assemblea Capitolina hanno escluso la possibilità che questo luogo adiacente a Malagrotta possa essere indicato dal commissario Sottile come possibile nuova discarica". Ad affermarlo il presidente della commissione Fernando Aiuti. "Nessuno ha ricordato che la mozione promossa dal consigliere Rocca e dal sottoscritto - aggiunge - è stata votata all'unanimità da tutte le forze politiche. Il volere dell'Assemblea è quello di tutti i cittadini romani e violarlo sarebbe un grave vulnus. Come scienziato e come medico, a titolo personale considero questa eventualità la peggiore tra quelle prospettate finora per una possibile nuova discarica - sostiene Aiuti - e fin d'ora mi schiero con i residenti, con il sindaco, il vicesindaco e con tutte le forze politiche che manifesteranno contro questa scelta. Anche io questa volta scenderò nelle strade a manifestare a fianco dei cittadini perché si tratta di evitare ulteriori danni alla loro salute già minacciata da anni di inquinamento ambientale. Polemicamente aggiungo che alcune associazioni culturali e ambientaliste restano ora in silenzio per la scelta dei Monti dell'Ortaccio, mentre poche settimane fa hanno alzato la voce contro Corcolle. Credo che prima sia importante la salute dei cittadini, poi quella dei monumenti".

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