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Cronaca

"Mozzarelle" e "giubbini": così il clan Mazzarella importava l'hashish ai Castelli Romani

Tredici gli arresti operati dalla Guardia di Finanza per traffico internazionale di stupefacenti. Ventuno gli indagati

"Giubbini", "mozzarelle", "finestre" e "staffe", bianche o marroni. Questi alcuni dei i codici con i quali il clan Mazzarella indicavano la droga importata dalla Spagna e distribuita in Campania, nella zona di Latina e dei Castelli Romani.

OPERAZIONE SUN RAY - Un mercato florido smantellato dai finanzieri del Comando Provinciale di Latina che nella giornata di ieri hanno eseguito nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata "Sun Ray", 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, smantellando così un’organizzazione che da anni era attiva nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. 

CLAN MAZZARELLA - Il sodalizio criminale, affiliato al clan camorristico dei "Mazzarella" di Napoli, era composto da soggetti aventi compiti e ruoli ben definiti, con un territorio di riferimento per lo spaccio. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, dottor Francesco De Falco, hanno avuto origine dal sequestro, avvenuto nei pressi di Ventotene, di un veliero con un carico di hashish proveniente dal Marocco.

COLLABORATORI DI GIUSTIZIA - Grazie alle testimonianze di collaboratori di giustizia ed alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, condotte dai finanzieri del gruppo di Formia negli ultimi quattro anni, è stato possibile individuare i componenti dell’organizzazione criminale e scoprire come quintali di stupefacente venisse trasportato dalla Spagna in Italia attraverso l’utilizzo di autovetture a noleggio o di proprietà di affiliati all’organizzazione.

IL PROMOTORE DELL'ASSOCIAZIONE - Nella conduzione del traffico illecito ha rivestito un ruolo un uomo, promotore dell’associazione, che si avvaleva dei componenti il gruppo per acquistare a malaga, da fornitori marocchini, lo stupefacente da trasportare in Italia. Gli importatori avevano un rapporto diretto sia con gli organizzatori, sia con i destinatari finali (spacciatori) della droga, risultante essere del tipo cocaina e hashish, che dai trafficanti venivano indicate   convenzionalmente con i termini “giubbini”, “mozzarella”, “finestre” e “staffe” bianche o marroni.

GROSSISTI SUL MERCATO LOCALE - I soggetti che ricevevano la sostanza dalla Spagna, diventavano quindi “grossisti” sul mercato locale e fornitori di una vasta rete di piccoli spacciatori, che raggiungeva diverse piazze di spaccio nel napoletano e nel Lazio, quali la provincia napoletana dell’area vesuviana nonché l’area dei Castelli Romani e del pontino.

ORDINANZA DEL GIP - In particolare è emersa la figura di un uomo di origini napoletane, stabile in Minturno, che si occupava di rifornire la zona litoranea tra Minturno, Formia e Gaeta, rappresentando il clan "Mazzarella" sul territorio sud pontino. L’ordinanza emessa Gip di Napoli, dottoressa Anita Polito, ha colpito anche coloro che, pur non avendo un ruolo attivo nell’organizzazione, beneficiavano degli introiti dell’attività illecita ostacolandone la riconducibilità ai trafficanti del clan e permettendone l’illecito arricchimento.

MONEY TRANSFER - La maggior parte dei guadagni dell’organizzazione, infatti, venivano trasferiti con modalità coinvolgenti terze persone attraverso Money Transfer e prestanomi. I risultati conseguiti costituiscono l’esito di una complessa attività d’indagine che ha impegnato le Fiamme Gialle di Formia, specialmente negli ultimi due anni, a ricostruire i legami intercorrenti tra i responsabili e le cui indagini di Polizia Giudiziaria si sono estese tra Lazio e Campania, anche al fine di risalire ai patrimoni illecitamente accumulati.

21 INDAGATI - L’attività operativa, oltre gli arrestati, vede coinvolti altri 21 indagati, che a vario titolo hanno preso parte all’organizzazione dell’illegale traffico, sia in qualità di spacciatori sia quali prestanome dell’organizzazione.
 

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