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Cronaca

Ostia: il clan Fasciani è mafia, condanne per oltre 160 anni

La quarta sezione della Corte d'Appello di Roma ha reintrodotto l'aggravante mafiosa per 13 imputati riconducibili al clan Fasciani di Ostia

Il clan Fasciani di Ostia è un'organizzazione mafiosa. Lo ha stabilito la Corte di appello di Roma che ha reintrodotto l'aggravante del metodo mafioso al termine del secondo processo d'appello nei confronti di 13 imputati riconducibili al clan del litorale romano accusati, a vario titolo, di reati che vanno da quelli per droga, all'usura ed estorsioni.

Sul banco degli imputati anche il boss Carmine Fasciani, la moglie Silvia Franca Bartoli e le figlie Sabrina e Azzurra, nell'ambito di un secondo processo di secondo grado scaturito da una sentenza della Cassazione, che nell'ottobre 2017 aveva accolto il ricorso del procuratore generale contro la sentenza di appello del giugno 2016, che aveva alleggerito le pene agli imputati non riconoscendo la sussistenza del reato mafioso.

In tutto sono state comminate condanne per oltre 160 anni di carcere per reati, commessi a vario titolo. La Procura generale aveva chiesto pene complessive per 177 anni di carcere. Il verdetto é arrivato a 6 anni dagli arresti di don Carmine, della sua famiglia e dei complici che avvenne nel luglio del 2013 attraverso l'operazione Alba Nuova.

Nel processo di appello bis, la quarta sezione della Corte di Roma ha condannato Carmine Fasciani a 27 anni e 10 mesi di carcere, la moglie Silvia Franca Bartoli a 12 anni e 5 mesi, le figlie Sabrina e Azzurra, rispettivamente a 11 anni e 4 mesi e 7 anni e 2 mesi e il nipote Alessandro a 10 anni e 6 mesi.

Sono stati condannati anche Riccardo Sibio a 25 anni e 3 mesi, Luciano Bitti 13 anni e 3 mesi, John Gilberto Colabella a 13 anni, Mirko Mazzoni a 10 anni, Danilo Anselmi a 7 anni, Eugenio Ferramo a 10 anni e Gilberto Inno 7 anni e 1 mese. 

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